ROMA – Continuano le sforbiciate della Corte Costituzionale alle sforbiciate decise dalla spending review del governo Monti. In sostanza: saltano i tagli alla spesa.
A essere più precisi in questo caso l’obbligo di tagliare per gli enti locali rimane, ma restano in piedi quegli “enti, agenzie e organismi comunque denominati” che sono moltiplicatori di spesa per le Regioni. (Esempio: una Regione che ha un regolare assessorato ai Trasporti istituisce una “Agenzia per la Mobilità”)
Facciamo un passo indietro. Il decreto della “spending review” emanato da Mario Monti prevedeva che, se le Regioni non fossero riuscite a tagliare del 20% la spesa per gli enti intermedi, questi sarebbero dovuti essere soppressi automaticamente e i loro atti annullati.
Ma, in mancanza di un censimento che individuasse in maniera certa le strutture da eliminare, i governatori hanno avuto gioco facile a impugnare il decreto. Spiega Gianni Trovati sul Sole 24 Ore:
“La norma messa sotto esame è l’articolo 9 del Dl 95/2012, che ha chiesto alle Regioni di accorpare o sopprimere enti, agenzie, consorzi e organismi vari fioriti intorno al cuore delle amministrazioni per svolgere loro funzioni fondamentali; «in ogni caso», chiosava la legge, le Regioni avrebbero dovuto tagliare la spesa di almeno il 20 per cento.
Il problema è serio, perché intorno all’autonomia legislativa regionale si è sviluppata una selva di organismi spesso moltiplicatori di spesa, ma nessuno ne ha prodotto un censimento puntuale. Proprio per questo la Corte sottolinea la grande «incertezza circa i soggetti destinatari della norma», al punto che la stessa spending review ne chiedeva di avviare una ricognizione mai arrivata al traguardo; la soppressione automatica, però, non tiene conto di questo passaggio, peccando, secondo la Consulta, di «palese contraddittorietà». In questa nebbia, la tagliola finirebbe per «sopprimere in modo indistinto tutti gli enti strumentali che svolgono funzioni fondamentali o conferite di Province e Comuni senza che questi siano sufficientemente individuati». Impossibile, insomma, tagliare ciò che non si conosce, perché una previsione del genere appare «manifestamente irragionevole».
A questo punto, della norma rimane poco. Le Regioni hanno ancora l’obbligo di accorpare o sopprimere gli enti intermedi, o «in ogni caso» di ridurne la spesa di almeno il 20%, ma è naturale che senza una sanzione collegata l’efficacia della previsione rimane tutta da dimostrare. Nei territori a Statuto autonomo, invece, l’intera regola rimane inattiva, per il fatto che la sua applicazione deve passare attraverso il recepimento secondo la strada indicata dagli Statuti”.
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