Corteo 1° maggio, Camusso a Renzi: “Basta impoverire il Paese”

Susanna Camusso
Susanna Camusso (Foto LaPresse)

PORDENONE –  “Basta con sorrisi e annunci, non si può continuare ad impoverire il Paese”. Susanna Camusso, leader della Cgil, lo grida al governo di Matteo Renzi dalla piazza del corteo del 1° maggio a Pordenone. Il messaggio di Cgil, Cisl e Uil al governo è lo stesso. “Cambiare marcia, serve un governo che le cose le faccia”, dice Luigi Angeletti. E Raffaele Bonanni: basta “teatrini”, servono “progetti chiari e trasparenti”.

La Camusso, che già il 30 aprile aveva parlato di “festa della disoccupazione più che del lavoro”, dopo che gli ultimi dati Istat confermano la disoccupazione stabile al 12,7%, chiede al governo di investire sul lavoro invece di tagliare.

Alla Camusso ha replicato Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, che la mattina del 1° maggio ha dichiarato a Radio Anch’io:

“La Camusso continua a immaginare legittimamente che determinate maniere di fare le cose garantiscano di più i lavoratori, io sono convinto che bisogna guardare i dati. Ci sono norme che quando le leggi sembrano buone ma poi gli effetti che producono non lo sono. Io sono pragmatico e cerco di fare regole che aiutino a risolvere la disoccupazione, che è figlia della crisi e la combattiamo solo con la ripartenza della crescita”.

“BASTA IMPOVERIRE L’ITALIA” – La Camusso ha detto:

“Il governo non pensi che si possa continuare, come è stato fatto in questi anni, con una politica che scarica i costi sui lavoratori e sui pensionati, che non ha creato posti di lavoro e che continua a impoverire il Paese. Il messaggio è quello che bisogna avere il coraggio di passare ad una stagione vera di investimenti per il lavoro. Chiedere più lavoro vuol dire che le risorse devono essere investite per questo obiettivo. Invece continuiamo a sentir parlare di tagli e non di investimenti per creare occupazione”.

Commentando la riforma della Pubblica amministrazione, al cui tavolo di lavoro i sindacati non sono stati invitati, la Camusso ha detto:

“Continuiamo ad essere convinti che la riforma di una grande macchina come quella della pubblica amministrazione non si può fare se non coinvolgendo e valorizzando il lavoro. Negli ultimi anni si è fatto l’opposto. Mi sembra che siamo ancora ai titoli ed agli annunci, ma bisogna salvaguardare l’autonomia della pubblica amministrazione, tornare a competenze e concorsi, ad essere trasparenti e, basta tagli”.

“DISOCCUPAZIONE FIGLIA CRISI” – “La disoccupazione è figlia della crisi”, ripete il ministro del Lavoro Poletti a Radio Anch’io, sottolineando però l’impegno del governo per contrastarla:

“Gli 1,5 miliardi di euro destinati al progetto ‘Garanzia Giovani’ verranno spesi tuttie non rimarranno a Bruxelles come è successo con altri fondi Ue, anzi speriamo di aumentarli. Il ventaglio delle cose è vasto e include anche il servizio civile. Forse servono altri soldi, noi abbiamo cercato di costruire uno strumento che pensiamo deva diventare stabile e permanente”.

Alla Camusso il ministro del Lavoro replica precisando come, rispetto ai dati diffusi ieri dall’Istat sulla disoccupazione di marzo,

“ci sia un piccolo dato positivo che non è peraltro merito nostro: +73mila occupati in più, che è pochissimo rispetto alla montagna da scalare ma abbiamo bisogno anche di segni positivi e di fiducia. La Camera non ha stravolto il testo. I fondamentali sono tutti lì”.

Parlando del decreto legge lavoro approvato, Poletti ha aggiunto:

“Ora il Senato ha in discussione il tema. Sono sicuro che questo decreto sarà convertito in legge perché si va verso un quadro più semplice e chiaro: ora con le regoli attuali finiamo sempre da un giudice”.

“BASTA TEATRINI” – Sulla riforma della pubblica amministrazione  è necessario secondo Bonanni

“rendere trasparente la discussione e non continuare con teatrini che non aiutano l’Italia. La riforma si può fare in 45 giorni se tutti tirano dalla stessa parte.Serve confronto, non si può pensare che una persona sola risolva i problemi di tutti, in passato è stato così, mi meraviglio che si faccia ancora”.

Il leader della Cisl ha aggiunto:

“E’ un Primo Maggio senza lavoro, ma noi oggi sottolineiamo la volontà di reagire. Dobbiamo reagire alla produzione che è calata, al tasso dei disoccupati. Qual’è la discussione che c’è oggi nel Paese, c’è una idea  vera, c’è una iniziativa per rendere la vita più facile per le nostre produzioni.? Chi vuol rinnovare il Paese o fa questo o ci sta prendendo in giro. Il lavoro non si fa con le norme ma con la buona economia”.

Poi Bonanni si è rivolto a Renzi:

“Se Renzi ha seriamente voglia di occuparsi dei problemi, il sindacato è qui, disponibile, ma ci vogliono progetti chiari e trasparenti. Bastacon il teatrino che fa il Paese sempre meno governabile e tra i meno democratici di Europa”.

“DOBBIAMO CAMBIARE MARCIA” – Angeletti, leader della Uil, ha detto:

“In Europa si festeggia il Primo Maggio, ma in Italia non stiamo per nulla sereni: ci sono milioni di nostri concittadini che il lavoro non ce l’hanno, e centinaia di miglia di persone in cassa integrazione che il lavoro rischiano di perderlo”.

La crisi industriale italiana deriva

“da scelte sbagliate, non dal destino. Servono posti di lavoro veri”.

E cita l’Electrolux, “caso esemplare” della manifestazione, banco di prova

“per un vero cambiamento rispetto a come è stato affrontato male il problema delle crisi industriali e su come invece si può cambiare marcia, come dice Renzi.Perché pessime idee hanno fatto troppi danni, creato disagi, danneggiato migliaia di persone. Serve un governo che le cose le faccia. Cambiare il Paese si deve e si può ma insieme ai cittadini italiani,quindi anche ai sindacati”.

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