Ue, il Senato ratifica il trattato sul nuovo fondo salva Stati Esm

ROMA – Il Senato ha approvato con 191 s, 21 no e 15 astenuti il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (ESM) sottoscritto dai 17 Paesi dell’eurozona il 2 febbraio.

Ora spetta alla Camera la ratifica del nuovo Fondo salva Stati che amplia l’ammontare massimo di risorse disponibili e la tipologia delle operazioni consentite.

L’Esm, pensato per fronteggiare la crisi dei debiti sovrani della zona euro su richiesta degli Stati in difficoltà e a certe condizioni, sarà operativo non appena lo avrà ratificato il 90% (in termini di contributo al capitale del fondo) dei 17 Stati dell’Eurozona.

Il fondo ha una capacità di prestito di 500 miliardi e sostituisce il meccanismo provvisorio Efsf (European financial stability facility) che ha già messo a disposizione circa 200 miliardi per sostenere Grecia, Portogallo e Irlanda.

Per introdurre l’Esm, il Consiglio europeo del 25 marzo 2011 ha adottato una modifica all’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea aggiungendo il seguente paragrafo: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità dell’intera zona euro. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”. L’aula ha votato anche su tale modifica.

Il governo italiano ha fatto pressione affinché il Consiglio Ue di fine giugno e poi l’Eurogruppo del 9 luglio sostenessero il cosiddetto scudo anti-spread, cioè la possibilità per i Paesi come Italia e Spagna – sotto attacco dei mercati nonostante le riforme in atto – di chiedere un intervento diretto dell’Esm sui mercato dei titoli di Stato per non far salire lo spread oltre un certo tetto senza necessità di controllo da parte della Troika (Ue-Bce-Fmi), ma solo attraverso la sigla di un Memorandum of undestanding subordinato al rispetto delle raccomandazioni del semestre europeo.

 

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