ROMA – Lo Stato (cioè noi) rischia di dover pagare 200 milioni di debiti che i Ds avevano contratto con le banche. Il nuovo governo, a marzo, si potrebbe trovare davanti a questa “bomba”. Appena insediato. Quando Massimo D’Alema era presidente del Consiglio, le banche creditrici con i Ds avrebbero accettato il trasferimento allo Stato dei debiti.
Feltri ripercorre la vicenda:
Quando è nato il Pd, il tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, ha trasferito lo sterminato patrimonio immobiliare del partito a “fondazioni” locali, lontano dal Pd e dai creditori. A garanzia dei debiti non c’erano quindi più case e palazzi, ma solo una fideiussione dello Stato sui finanziamenti che, tra interessi e mora, sono arrivati quasi a 200 milioni. Se le banche non riusciranno a far annullare le donazioni degli immobili, come chiedono in tribunale a Roma, toccherà al contribuente ripianare la montagna debitoria lasciata dai Democratici di sinistra.
Poi Feltri parla del documento incriminato:
Due paginette del dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, firmate dall’allora capo dipartimento, quel Mauro Masi che poi Silvio Berlusconi avrebbe messo alla guida della Rai. Le date sono importanti: il documento è del 25 febbraio 2000, a Palazzo Chigi c’è Massimo D’Alema.
Il documento della Presidenza del Consiglio riferisce che il 20 dicembre 1999 è stata accolta la richiesta degli istituti di credito “finanziatori dei mutui agevolati di cui all’oggetto, relativa al subentro del Pds-Ds nella corresponsione delle rate d’ammortamento dei medesimi finanziamenti in luogo de l’Unità spa”. E, quel che più conta, Palazzo Chigi “ha pertanto disposto il trasferimento della garanzia dello Stato ai finanziamenti definiti dalle norme di cui in oggetto”. Le banche coinvolte in quel momento sono San Paolo Imi, capofila, il Mediocredito di Roma (parte della Banca di Roma), la Bnl, Efibanca e il Banco di Napoli.
La decisione definitiva sarà presa subito dopo le elezioni:
È prevista per marzo, subito dopo le elezioni, la prossima riunione tra l’avvocato Bongiorno, in rappresentanza del pool delle banche creditrici, e Ferruccio Sepe, il capo del dipartimento Editoria di Palazzo Chigi
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