ROMA – Il ministero della Difesa rinuncia a 40 caccia F35. I caccia acquistati passano da 131 a 90. L’esercito sarà ridotto di due brigate ed il personale militare ridimensionato da 190 mila a 151 mila persone. Un taglio di circa 30 mila unità annunciato dal ministro Giampaolo Di Paola per il piano di riforme che il governo di Mario Monti illustrerà in Europa. Un piano di revisione che però non toccherà l’Arma dei Carabinieri.
Lo spending review del ministro Di Paola punta a non aumentare nei prossimi anni i 14 miliardi di euro assegnati ogni anno alla Difesa. L’obiettivo dell’ammiraglio è di ridistribuire le percentuali dei fondi assegnati. Attualmente il 70 per cento è assegnato al personale, il 12 per cento all’esercito tra formazione, addestramento e mantenimento dei mezzi, il 18 per cento agli investimenti. In questo modo sarà possibili adeguarsi agli standard europei del 50, 25 e 25 per cento.
Il nuovo programma di gestione dei fondi prevede la razionalizzazione o l’unificazione di comandi, enti e strutture legate alla logistica, alla formazione ed all’amministrazione specialmente dove queste sono analoghe tra esercito, Aeronautica e Marina. Probabile revisione anche per Guardia di Finanza, Corpo forestale, Polizia, Carabinieri e Guardia Costiera con compiti analoghi sul fronte marittimo.
Tra gli esuberi della difesa spuntano gli ufficiali: passeranno da 22.250 a 18.300. I marescialli invece andranno da 25.415 a 18.200, i sergenti da 38.532 a 22.320 e la truppa da 103.803 a 92.180 unità. Inoltre è stato ipotizzato un taglio anche per i colonnelli ed i generali di 400 persone in totale. Quale sarà il destino del personale in esubero? Si parla di passaggio ad altre amministrazioni, assunzioni nelle imprese che lavorano con la Difesa o di pensionamento anticipato, col 95 per cento dello stipendio, del personale eccedente come previsto dall’istituto Arq.