ROMA – Eataly, il modello lavoro di Matteo Renzi: 8 euro l’ora lordi e precari. L’ultima dichiarazione di Matteo Renzi sull’articolo 18 (“Non è una priorità”) sembra ridimensionare almeno un po’ il timore di sindacati e sinistra a proposito del suo modello di lavoro. Il Fatto Quotidiano, con Giorgio Tecce che è andato a dare un’occhiata sul campo nel megastore Eataly di Ostiense a Roma, ha identificato in Natale Farinetti, detto Oscar, “l’imprenditore di successo e di riferimento, quasi un ministro ombra, un consigliere per il sindaco fiorentino”. Due giorni fa Renzi ha presenziato da sindaco all’apertura del punto Eataly a Firenze.
Oscar Farinetti, reduce dai successi imprenditoriali in giro per il mondo, New York, Tokio ecc.., quanto a relazioni industriali ha le idee chiare: “I sindacati sono medievali. Mi rifiuto di partecipare a questi tavoli del cavolo” ha sentenziato dopo che gli avevano contestato 160 assunzioni a Bari tramite contratti interinali mentre la Legge Biagi ne consente solo 4 ogni 50 dipendenti. Del resto la precarietà, suggerisce Tecce, è marchio Made in Italy doc, almeno quanto quello esibito dalle tante prelibatezze esposte sui diversi piani del super negozio romano. 8 euro lordi scarsi a ora, turni dalle 10 a mezzanotte, comprese le domeniche. I dipendenti raccontano l’inserimento a partire dalla consegna del curriculum:
Ti chiamano e ti offrono una settimana di prova: “La superi, è facile. Hai esperienza di ristorazione?” E poi? “Poi ti fanno un mese di contratto”. E poi? “Poi ti fanno due mesi di contratto”. E un po’ di più, no? “Per avere un po’ di più, ma è facile eh, ti assicuro, devi sfondare il muro dei tre o sei mesi”. E un indeterminato? “Un cosa?” (Giorgio Tecce, Il Fatto Quotidiano)