ROMA – Dopo la riforma della legge elettorale, con la mozione Giachetti, ora il Pd si divide sugli F-35, con la mozione Casson. Proprio il vicepresidente della commissione Giustizia al Senato, Felice Casson, ha presentato una richiesta per destinare i soldi al lavoro.
Nella mozione che porta la sua firma, Casson chiede di sospendere il programma per la costruzione degli F-35, i caccia della Lockheed Martin di cui l’Italia ha un ordine di 90 aeri, per un costo stimato di 12 miliardi di euro.
“Sospendere immediatamente la partecipazione italiana al programma sugli F-35 e procedere, in prospettiva europea, ad una visione strategica della politica di difesa destinando le somme risparmiate ad investimenti pubblici riguardanti la tutela del territorio nazionale dal rischio idrogeologico, la tutela dei posti di lavoro, la sicurezza dei lavoratori”.
“Non esiste a tutt’oggi alcun impegno all’acquisto di questi velivoli e non c’è alcun contratto firmato e tantomeno alcuna penale. Rivedere queste scelte appare quantomeno sensato e congruo rispetto all’attuale situazione economica e finanziaria del Paese e va inoltre rilevato che al momento si sono ritirati o hanno sospeso la loro partecipazione al programma i seguenti Paesi: Norvegia, Olanda, Australia, Turchia, Danimarca e Canada. La Gran Bretagna ha falcidiato le previsioni di spesa (ne doveva comprare circa 130, oggi ne conferma solo 20); persino gli Usa stanno valutando l’annullamento della versione ‘B’, a decollo corto e atterraggio verticale, che interessava la nostra Marina. La nuova normativa e le nuove procedure adottate consentono di ripensare qualunque programma e attribuiscono al Parlamento un ruolo decisivo, di cui il Parlamento stesso deve fare oculato e motivato uso, soprattutto in presenza di tagli ai vari settori della vita pubblica, che sono continui e pesanti, mentre i costi per il programma F-35, circa 12 miliardi, appaiono francamente esorbitanti e fuori luogo”.
Contemporaneamente alla Camera altri deputati del Pd hanno annunciato l’avvio, dalla prossima settimana, di una “indagine conoscitiva sugli F-35
Una posizione, quella di questi deputati e senatori, che diverge da quella del governo, che sostiene la produzione di F-35. Tanto che lo scorso 8 maggio era stato il ministro della Difesa, Mario Mauro, a lanciarsi in loro difesa: “Non è uno sfizio, aveva detto. L’auspicio del ministro della Difesa è sicuramente che il programma venga utilizzato appieno per poter rispondere a tutti i nostri bisogni. Ma il ministro della Difesa non è il ministro di una dittatura, bensì di una Repubblica democratica, e nel rapporto con il Parlamento entreremo nel merito”.
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