ROMA – Sospeso perché sapeva di essere indagato ma ha taciuto. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma indagato per abuso d’ufficio, è stato scaricato dal Movimento 5 Stelle. “La trasparenza – si legge nell’editto di scomunica apparso sul blog di Beppe Grillo – è il primo dovere degli amministratori e dei portavoce del MoVimento 5 Stelle”.
E lui si difende: “Fango su di me. Luigi Di Maio qualche responsabilità ce l’ha”.
I pentastellati contestano il fatto che Pizzarotti sapesse dell’indagine da febbraio ma non abbia avvisato il Movimento. “Solo ieri – specifica il post – si è avuto notizia a mezzo stampa dell’avviso di garanzia ricevuto, ma il sindaco ne era al corrente da mesi. Nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del MoVimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico”.
Il primo cittadino di Parma è indagato insieme all’assessore alla Cultura Laura Ferraris per la nomina di Anna Maria Meo a direttore generale del Teatro Regio e di Barbara Minghetti consulente per lo sviluppo e i progetti speciali. Altri tre membri del consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Regio all’epoca della nomina, nel gennaio 2015, Giuseppe Albenzio, Silvio Grimaldeschi e Marco Alberto Valenti sono stati iscritti nel registro degli indagati per lo stesso reato.
I grillini accusano il sindaco anche di non aver fornito copia degli atti della magistratura: “Nonostante la richiesta, inoltrata da ieri e a più riprese – accusa il blog di Grillo – di avere copia dell’avviso di garanzia e di tutti i documenti connessi alla vicenda per chiudere l’istruttoria avviata in ossequio al principio di trasparenza e già utilizzato in casi simili o analoghi – prosegue Grillo – non è giunto alcun documento”.
Dura la replica di Pizzarotti allo staff del blog di Beppe Grillo: “Ad una mail anonima non fornisco nessun documento“, scrive. “Inoltre, voi da mesi non rispondete alle mail in cui chiediamo chiarimenti” sul consiglio comunale della città. “Per altri chiarimenti fatemi chiamare dal responsabile dei Comuni Luigi di Maio”, conclude.
Pizzarotti, primo sindaco grillino d’Italia, è stato a più riprese in rotta con Beppe Grillo, per la sua declinazione eterodossa dell’idea Cinquestelle e la sua disinibizione nel cercare il dialogo con le altre forze politiche. La posizione scomoda di indagato lo ha messo nella condizione di essere facilmente scaricabile.
PIZZAROTTI: “FANGO SU DI ME” – “Hanno gettato per mesi fango su di noi. Io non rispondo a email anonime, pensiamo di governare l’Italia con l’anonimato?”, si è difeso Pizzarotti sulla sua sospensione da parte del Movimento 5 Stelle e pubblicata sul sito di Beppe Grillo attorno alle 15. E poi l’accusa a Luigi Di Maio: “Di Maio per almeno un anno non ha fissato un incontro che avevamo richiesto. Qualche responsabilità ce l’ha. A Fico ho mandato decine di messaggi”, ha aggiunto.
“Io continuo a rappresentare lo spirito vero del Movimento 5 Stelle. Mentre altri stanno danneggiando il movimento. Ho saputo dell’indagine a febbraio ma prima dovevo mettermi a disposizione della magistratura. Siamo sempre stati contro alla spettacolarizzazione. Alla fine il comportamento è stato molto diverso rispetto a Nogarin. Il confronto è stato sempre negato. Pretenderei che chi si dice pronto a governare deve essere disposto a metterci la faccia. Come facciamo sempre, ogni giorno, noi. Il direttorio si è dimostrato irresponsabile nella conduzione del movimento. Ci vuole rispetto delle persone, si deve poter essere chiamati e avere un confronto”.
LA CONDANNA DI NOGARIN – “#Pizzarotti nel nascondere per settimane l’avviso di garanzia ha commesso un grave errore. La trasparenza è la stella polare del #M5S”: così il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, in un tweet ha commentato la sospensione del sindaco di Parma decisa oggi dal M5s.