ROMA – Tra i 53 foreign fighters, combattenti dell’Isis cresciuti in occidente, 4 sono italiani. E le loro identità sono note. Il ministro Angelino Alfano ha parlato alla Camera dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo.
Uno di loro è un giovane pachistano di 19 anni, cresciuto ad Olbia con la famiglia e poi trapiantato in Siria, dove ha seguito l’addestramento della jihad. L’altro è Giuliano Delnevo, morto in Siria lo scorso anno.
Alfano ha parlato alla Camera dei foreign fighter e ha detto che
“sono 53 le persone coinvolte in trasferimenti verso luoghi di conflitto che hanno avuto a che fare con l’Italia nella fase della partenza o anche solo in quella di transito, quattro di esse hanno nazionalità italiana. La quasi totalità di queste persone è ancor attiva nei territori di guerra, la restante parte minoritaria è deceduta nei combattimenti o è detenuta in altri Paesi”.
Ora anche l’Italia corre ai ripari, con nuove misure e i livelli di sicurezza sono stati alzati con
“l’immediato rafforzamento dei dispositivi di vigilanza e il monitoraggio obiettivo sensibili proseguirà con grandissimo impegno. Attenzione è posta non solo a siti istituzionali e luoghi culto, ma anche sedi di giornali e tv e personalità pubbliche che, in ragione della loro attività politica, potrebbero essere oggetto di attenzioni terroristiche”.