ROMA – Una conferenza stampa indetta per lanciare 5 sfide al Governo in tema di pensioni, evasione fiscale e rispetto della costituzione. E’ la nuova iniziativa di Franco Abruzzo, presidente dell’Unione Nazionale dei pensionati per l’Italia.
Le proposte:
1.Una legge modello Usa denominata “Manette agli evasori’”, con vincoli durissimi e severissimi. “De essere chiaro il concetto – ha detto Abruzzo – che chi non paga le tasse ruba al popolo italiano e non consente allo Stato di attuare le sue politiche sociali, sanitarie, di prevenzione medica, di assistenza, pensionistiche, formative, di sviluppo e di rilancio dell’occupazione, di salvaguardia del territorio, di offerta dei beni culturali e artistici, di sicurezza e militari. Gli evasori devono finire in carcere e restarci a lungo proprio come avviene negli Usa, Chi evade commette un attacco alla sovranità fiscale della Repubblica”.
2.“Chiediamo, con il rispetto dei giudicati costituzionali, la perequazione piena per tutte le pensioni; la cancellazione degli assegni elargiti senza base contributiva ai boiardi di stato (da 21 a 91mila euro al mese); la tutela gratuita della salute degli anziani con i più moderni ritrovati tecnologici (nel campo dell’oncologia, dell’ortopedia e della cardiologia); un piano serio per il lavoro giovanile. I pensionati oggi formano un grande ammortizzatore sociale (del valore di 6 miliardi all’anno) per figli e nipoti disoccupati”.
3. “Bisogna eliminare dallo Statuto dei Lavoratori i contributi figurativi per i parlamentari e i consiglieri regionali a carico di Inps e Casse professionali. Non basta il vitalizio? Deve vincere il principio di una testa una pensione o un vitalizio”.
4.. Governo e Parlamento devono rispettare le sentenze della Corte costituzionale nel campo pensionistico. In particolare la pronuncia n. 116/2013 che ha cancellato il prelievo sulle pensioni sopra i 90mila euro annui: quel prelievo cadeva su una parte dei cittadini, i pensionati, e lasciava indenne l’altra parte, quella dei cittadini attivi, determinando una violazione macroscopica del principio inviolabile dell’uguaglianza. La sentenza 116/2013 della Consulta (in http://www.inps.it/messaggizip/messaggio%20numero%2011243%20del%2011-07-2013_allegato%20n%201.pdf) una volta tradotta con linguaggio popolare dice che la solidarietà dev’essere a carico di tutti i redditi, quale che ne sia l’origine, pensione, rendite immobiliari, lavoro e così via. Quella sentenza indica la via maestra da seguire per sviluppare davvero la solidarietà a favore delle persone e dei gruppi sociali più deboli. Il prelievo reintrodotto con la legge 147/2013 e limitato alle pensioni configura una violazione di un giudicato costituzionale (la sentenza 116/2013) e pertanto si configura come illegittimo e arbitrario.
5. La Camera affronterà presto il dibattito sulla proposte di legge “Meloni” che sotto forma di mozione è stata bocciata l’8 gennaio dalla stessa assemblea. La leader dei “Fratelli d’Italia punta, con una legge retroattiva e quindi illegittima costituzionalmente, a ricalcolare le vecchie pensioni retributive con il metodo contributivo. Questa operazione per diversi profili abnorme presuppone che: a) l’Inps e gli enti sostitutive abbiano conservato negli archivi le carte dei singoli pensionati magari di 40/60 anni fa; b) che queste carte siano messe a disposizione dei singoli cittadini sotto tiro perché si possano difendere e possano partecipare al procedimento amministrativo di riesame della loro posizione. La difesa (art 24 Cost) è un diritto inviolabile della persona. La leader dei Fratelli d’Italia ha anche affermato: “In Italia serve un provvedimento strutturale che revochi le «pensioni d’oro»”.
Il presidente Franco Abruzzo ha dichiarato sul punto:
“Per l’UNP@it questa proposta è solo propaganda alla disperata ricerca di un pugno di voti, ma che alimenta l’odio sociale verso chi, per 35-50 anni, ha versato contributi d’oro. Anche l’UNP@it, sfidando la Meloni, chiede il ricalcolo delle pensioni: non è vero che, – è il parere di Sel -, un sistema retributivo, come quello adottato fino al 1995, sia necessariamente più generoso del sistema contributivo; anzi il contributivo penalizza i poveri. Verrà dimostrato che ci perderanno i cittadini deboli, coloro che percepiscono pensioni di 500/700 euro privi di consistenti contributi alle spalle”.
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