Giulietti in diretta dalla Camera: affossata la riforma Gelmini della Università. Non dall’opposizione ma da Tremonti

Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini

Commissione cultura della camera dei deputati, ore 15, ordine del giorno: mandato al relatore per la riforma della Università, già messa in calendario in aula per giovedì e venerdì.

“Basta perdere tempo, questa è la settimana delle decisioni. Questo governo non si farà intimidire né dalle opposizioni, né da quelli che intonano per le strade vecchi slogan…”.

Tutto a posto, dunque, nelle prossime ore ci sarà la fumata bianca?  Neanche per idea, davanti ai nostri occhi è andata in scena una pantomima che meriterebbe di essere trasmessa a reti unificate.

La commissione bilancio, dove la destra gode di una solida maggioranza, ha infatti trasmesso alla commissione cultura una dettagliata relazione, con la quale si contesta la mancata copertura finanziaria di 23 dei 26 articoli del provvedimento. La seduta è stata sospesa, Giulio Tremonti ha mandato a dire che non ci sono i soldi per la riforma della università e dunque, almeno nell’immediato, la legge non potrà essere votata perché un ministro ha smentito una ministra.

Si potrebbe buttarla in burletta, ma stiamo parlando del futuro di migliaia di ragazze, di ragazzi, di ricercatori, di professori, di famiglie che sono state letteralmente prese per i fondelli. Basterebbe ricordare la foga con la quale la ministra si scagliò contro le opposizioni, accusandole di far perdere tempo, di mettere a repentaglio i soldi già stanziati, di boicottare le università, ebbene cosa dirà ora? Contro chi si scaglierà? Chi sono gli irresponsabili?

Contro chi si scateneranno i pestatori mediatici della fabbrica dei veleni?

Alla ministra Maria Stella Gelmini restano solo due possibilità o chiede le dimissioni del suo collega Tremonti o provvede a rassegnare le sue, in questo caso tertium non datur.

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