ROMA – Un giuramento a tempo di record. Procedura decisamente irrituale che, però, fa capire come, nelle intenzioni di Sergio Mattarella e in quelle di Paolo Gentiloni ci fosse assoluta necessità di chiudere la crisi di governo nel tempo più breve possibile.
La missione ora è stata compiuta: Gentiloni è uscito dal colloquio con Mattarella poco prima delle 19, ha letto in conferenza stampa nella lista dei ministri, ha tenuto un discorso brevissimo e ha dato appuntamento alle 20 per il giuramento.
Puntualissimo, alle 20:02, è arrivato il giuramento di Gentiloni con conseguente stretta di mano con Mattarella. Subito dopo è toccato al ministro senza portafoglio Anna Finocchiaro. Quindi è stata la volta di Marianna Madia, seguita da Enrico Costa, ministro per gli Affari Regionali. Subito dopo è toccato a Claudio De Vincenti, ministro per il Mezzogiorno (ministero che non era previsto nel governo Renzi). Quindi un’altra novità, il renziano “di ferro” Luca Lotti, che da sottosegretario con delega all’editoria passa al ministero senza portafoglio dello Sport. Segue Alfano che dagli Interni passa agli Esteri. Quindi Minniti, che prende il ministero che fino ad oggi era proprio di Alfano. Poi è la volta di Orlando (confermato), Pinotti (confermata) e Padoan (confermatissimo). Seguono in ordine tutti gli altri: da Calenda a Poletti, passando per un’altra new entry, Paola Fedeli all’Istruzione.
L’unica fase leggermente più lunga del previsto è stata proprio il colloquio tra il premier in pectore e Mattarella. Un allungamento dovuto, probabilmente, al No di Ala-Scelta Civica alla fiducia. Capo dello Stato e Premier hanno discusso per circa un’ora e mezza prima di dare il via libera alla nuova squadra di governo.
Ora la palla passa al parlamento: i due voti di fiducia a Camera e Senato sono previsti per martedì 13 e mercoledì 14 dicembre. Fiducia che sulla carta è scontata. Alla Camera i numeri non lasciano spazio al minimo dubbio. Più complessa la situazione al Senato: i numeri per la fiducia ci sono anche senza Verdini e ciò che resta di Scelta Civica. Governare con numeri così ridotti, però, è un’altra cosa.
La lista dei ministri:
- Ministro degli Esteri: Angelino Alfano
- Ministro degli Interni: Marco Minniti
- Ministro della Difesa: Roberta Pinotti
- Ministro dell’Economia: Pier Carlo Padoan
- Ministro dello Sviluppo Economico: Carlo Calenda
- Ministro della Giustizia: Andrea Orlando
- Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: Graziano Delrio
- Ministro dei Rapporti con il Parlamento: Anna Finocchiaro
- Ministro dei Beni culturali: Dario Franceschini
- Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali: Maurizio Martina
- Ministro dell’Istruzione: Valeria Fedeli
- Ministro della Salute: Beatrice Lorenzin
- Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gianluca Galletti
- Ministro del Lavoro: Giuliano Poletti
- Ministro per la Semplificazione: Marianna Madia
- Ministro per gli Affari Regionali: Enrico Costa
- Ministro per la coesione territoriale e per il mezzogiorno: Claudio De Vincenti
- Ministro dello Sport: Luca Lotti
- Sottosegretario di Stato alla presidenza dei Ministri: Maria Elena Boschi
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