ROMA – Con la firma davanti a Giorgio Napolitano, Matteo Renzi è ufficialmente primo ministro. Manca ora la fiducia davanti alle Camere per iniziare il lavoro. Renzi è arrivato al Quirinale accompagnato dalla moglie Agnese e dai 3 figli. Ha anticipato la cerimonia, ancora una volta, con un tweet:
“Grazie per i messaggi. Compito tosto e difficile. Ma siamo l’Italia, ce la faremo. Un impegno: rimanere noi stessi, liberi e semplici”.
Sfilano per la firma i sedici ministri, otto uomini e otto donne. Tredici nomi nuovi, confermati solo 3 ministri del passato governo Letta. Ovvero i ministri del Ncd. Visibilmente emozionate le più giovani, Marianna Madia e Maria Elena Boschi. La prima, incinta di otto mesi, ha un semplice abito nero al ginocchio e scarpe basse. La Boschi ha preferito un tailleur pantalone azzurro acceso. Quasi un habitué invece Angelino Alfano, ex ministro della Giustizia, al secondo incarico da ministro dell’Interno.
Manca il ministro dell’Economia Padoan, in arrivo da Sydney dove è in corso il G20. E’ un governo “snello”, ci sono soprattutto nomi nuovi. Il tecnico Padoan, dall’Ocse, all’Economia. Un nome non politico anche allo Sviluppo economico: Federica Guidi, ex numero uno dei giovani imprenditori di Confindustria. Una donna al ministero della Difesa, una novità, Roberta Pinotti. Un governo che segna una discontinuità forte con il precedente governo Letta, tranne su un punto: sono stati confermati i ministri alfaniani: lo stesso Alfano, Lorenzin e Lupi.
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