Attacchi al Governo. Napolitano: Monti abbaia ma non morde

Attacchi al Governo. Napolitano: Monti abbaia ma non morde
Attacchi al Governo. Napolitano: Monti abbaia ma non morde

ROMA – Attacchi al Governo. Napolitano: Monti abbaia ma non morde. Ma i montiani insistono: chiesta verifica a Enrico Letta.  Larghe intese, fatica quotidiana. La maggioranza va puntellata ogni giorno: Angelino Alfano rassicura oggi su Il Messaggero  che gli dedica il titolo d’apertura in prima pagina (“Il Governo non rischia”).

Il Capo dello Stato ieri ha difeso il ministro dell’Economia Saccomanni (“non ha la bacchetta magica”). Ha invitato a non sottovalutare la campagna europea del presidente del Consiglio Letta. Ha rintuzzato, oggi, la minaccia di Mario Monti (“basta piccoli passi o usciamo”) praticamente non considerandola tale (“Fatico a vederlo come minaccia”). Il can che abbaia non morde può essere anche preso come un riconoscimento di affidabilità.

I montiani, però, non mollano. E i capigruppo Lorenzo Dellai e Gianluca Susta  scrivono al presidente del Consiglio, Enrico Letta: “Chiediamo di organizzare una serie d’incontri politici tra le forze parlamentari che sostengono il governo da te presieduto per precisare nei dettagli il “patto di governo” che ci lega in questa maggioranza”.

Dalle parti de Il Giornale, il meteo annuncia tempesta: tra “agguati al Governo” e invasioni di campo, pressioni e veti incrociati, il destino dell’esecutivo è sempre più in bilico. A metterli in fila, registriamo, oltre la sortita di Monti, l’intervento del presidente del Senato Pietro Grasso, giudicato uno sconfinamento politico e il voto sulla vicepresidenza della Camera e l’ostracismo pubblico di alcuni Pd sul candidato Daniela Santanchè (ma bisognerebbe aggiungere le braci in sonno di fuoco amico).

Pietro Grasso ha accusato il Pdl di disfattismo quando propone modifiche sulla giustizia, quando “la priorità è la legge elettorale”. Ma se l’accusa è bruciante soprattutto perché ricevuta da una figura istituzionale che smette i panni di arbitro, colpisce di più l’assertività con cui ricorda che se salta il Governo Letta non si va al voto.

L’ex ministro Bondi in mattinata (1 luglio) ha, con garbo, messo anche Napolitano tra quelli che rischiano di mandare all’aria le larghe intese, anche agendo con le migliori intenzioni: “Il suo interventismo aggrava la crisi politica”, ha sostenuto.

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