Silvio Berlusconi è ”sopravvissuto” al voto sulla fiducia, ma il suo ”è un fallimento personale”. E l’Italia ”ha bisogno con urgenza di nuovi leader, di nuove elezioni e di un approccio più onesto al governare”. E’ quanto scrive oggi il quotidiano statunitense The New York Times che in un editoriale commenta duramente l’attuale situazione politica italiana.
Sempre oggi, 16 dicembre, l’editoriale del britannico Financial Times, nota che Berlusconi ”deve avere unghie resistenti se, tra la violenza nelle strade di Roma e le risse in Parlamento, è rimasto aggrappato al potere con il minimo scarto”.
Negli Usa, il Nyt, in un editoriale non firmato, è secco: ”Il governo di Berlusconi è discreditato e non può comandare una maggioranza in grado di funzionare. L’Italia non può tollerare questa situazione a lungo”. Gli investitori – ricorda – ”sono nervosi riguardo al Paese, affondato da una corruzione pervasiva e da una burocrazia gravosa ad ogni livello di potere”.
Con un centrosinistra ”diviso e ancora incapace di compattarsi e governare, il fallimento di Berlusconi è personale”, sottolinea il Nyt, ricordando che il premier ”si è alienato anche i suoi più vicini alleati”.
Il suo restare in carica ”ha estenuato l’Italia, abbassato il livello dei discorsi pubblici, indebolito il ruolo della legge”. Il Paese, conclude, ”necessita di un nuovo governo abbastanza audace e credibile da disfare i danni dell’era Berlusconi”.
In Gran Bretagna, il Ft definisce quella del premier ”una vittoria di Pirro” mentre è l’Italia ”la grande sconfitta, come spesso è accaduto durante la farsesca leadership di Berlusconi”. Il Paese ha ”bisogno di riforme: un giovane su quattro non ha lavoro, la crescita è poco meno che anemica e il debito nazionale ha toccato 1.800 miliardi di euro. Berlusconi senza alcun dubbio ha dimostrato di non essere capace di affrontare queste sfide. La tragedia italiana è che finora non è emerso nessuno più capace che possa farlo sloggiare”.
Anche il settimanale The Economist dedica un articolo – dal titolo ”Aggrappandosi” – al voto di fiducia di martedì 14 dicembre, ”non un gran giorno per la democrazia parlamentare in Italia”. Il settimanale analizza le due facce della vittoria del premier, ”i tumulti” alla Camera e ”le pericolose sommosse” in piazza a Roma. Queste ultime, ”sono un isolato attacco degli ultras o una spia delle difficoltà di un Paese che affronta la stagnazione, con un’economia a malapena cresciuta nell’ultima decade e con la politica che resta bloccata?”, si chiede il settimanale, che conclude: ”A meno che Berlusconi non trovi un improbabile accordo con l’Udc, le elezioni anticipate sembrano ancora probabili”.
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