Visco: “Fermi da 25 anni, ora giù tasse e sì riforme contro disoccupazione”

Visco: "Fermi da 25 anni, ora giù tasse e sì riforme contro disoccupazione"
Visco: “Fermi da 25 anni, ora giù tasse e sì riforme contro disoccupazione” (Foto LaPresse)

ROMA – “Italia è ferma da 25 anni, ora servono riforme e cambiamenti”. Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, torna a chiedere all’Italia e al governo guidato da Enrico Letta quelle riforme che possano portarci fuori dalla spirale credito-recessione.

Serve crescita ed occupazione, in un mercato del lavoro italiano dove “i giovani aspettano il lavoro degli anziani”, mentre la disoccupazione tocca il record del 12,8% nel primo trimestre del 2013 e sfonda il 41,9% con i giovani tra i 15 e 24 anni senza un lavoro e senza un futuro.

E Visco propone anche la sua “medicina”: bisogna abbassare le tasse, combattere l’evasione fiscale e fare le giuste riforme per dare un impulso alla crescita e un forte segnale contro la disoccupazione.

“FERMI DA 25 ANNI” – “Non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi 25 anni”. E’ l’analisi di Ignazio Visco secondo cui ora ”l’aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica che necessita del contributo decisivo della politica,ma anche della società”:

L’aggiustamento richiesto, mette in evidenza Visco, ”ha implicazioni per le modalità di accumulazione del capitale materiale e immateriale, la specializzazione e l’organizzazione produttiva, il sistema di istruzione, le competenza, i percorsi occupazionali, le caratteristiche del modello di welfare e la distribuzione dei redditi, le rendite incompatibili con il nuovo contesto competitivo, il funzionamento dell’amministrazione pubblica”.

“PERSO VIGORE RIFORME” – Il governatore della Banca d’Italia spiega: “L’azione di riforma ha perso vigore nel corso dell’anno passato, anche per il progressivo deterioramento del clima politico. I rappresentanti politici stentano a mediare tra interesse generale e interesse particolare”. Bisogna riprendere le riforme ”con decisione”.

L’Italia, suggerisce Visco, ”ha bisogno di condizioni favorevoli all’attività d’impresa, alla riallocazione dei fattori produttivi”. Ed il governatore spiega che ”il ritardo che abbiamo accumulato risente anche di un quadro regolamentare ridondante, di complessità e di costi degli adempimenti amministrativi da ridurre drasticamente, di un diritto da rendere più certo, di comportamenti corruttivi diffusi da sradicare, di una insufficiente protezione dalla criminalità”.

E se si faranno ”progressi immediati, visibili nella rimozione di questi gravi ostacoli” si potranno a suo avviso stimolare investimenti produttivi, in arrivo anche dall’estero, in tutte le aree del paese e in particolare nel Mezzogiorno. Il governatore ricorda quindi che ”il programma di riforme avviato nell’ultimo biennio muove da queste considerazioni”.

Ma in molti casi, punta il dito Visco, ”varate le riforme, hanno tardato, talvolta anche mancano, i provvedimenti attuativi; nono sono cambiati i comportamenti dell’amministrazione”. Il governatore ricorda quindi che ”èun tratto ricorrente dell’esperienza storica del nostro paese: le principali difficoltà non risiedono tanto nel contenuto delle norme, quanto nella loro concreta applicazione”.

”Un programma credibile – conclude il numero uno di Palazzo Koch – può incidere da subito sulle aspettative, eliminando le incertezze e favorendo la fiducia degli investitori, le prospettive di occupazione e di reddito, soprattutto dei giovani che oggi stentano a immaginare un futuro del nostro paese”.

“GIOVANI NON PUNTINO AL LAVORO ANZIANI” – ”Molte occupazione stanno scomparendo: negli anni a venire i giovani non potranno semplicemente contare di rimpiazzare i più anziani nel loro posto di lavoro”. Avvisa Visco, che chiede di creare ”sin d’ora” nuove chance di impiego e di rafforzare ”sistemi di protezione, pubblici e privati, nei periodi di inattività”.

Il governatore della Banca d’Italia ha poi aggiunto: “Vanno poste le condizioni per sfruttare appieno strumenti e agevolazioni, già previsti dal nostro ordinamento, all’ingresso e alla permanenza, da occupati, dei giovani nel mercato del lavoro”.

“SPEZZARE SPIRALE CREDITO-RECESSIONE” – ”Bisogna spezzare la spirale negativa” nata dal calo dei prestiti bancari alle imprese da un lato e la flessione della domanda di credito da parte delle aziende che incide ”negativamente sull’attività economica”.  Il governatore attribuisce sia al calo della domanda che al restringimento dell’offerta il calo dei prestiti.

”La congiuntura assai sfavorevole comprime oggi la domanda di credito. La contrazione dei prestiti riflette la flessione degli investimenti alle imprese, la caduta degli acquisti dei beni durevoli e la debolezza del mercato immobiliare”, ma spiega Visco alla diminuzione degli impieghi ”contribuisce in misura significativa l’irrigidimento dell’offerta, legato al deterioramento del merito di credito alla clientela e ai suoi riflessi sulla qualità degli attivi bancari”.

”Le condizioni di offerta del credito incidono a loro volta negativamente sull’attività economica in una spirale negativa che bisogna spezzare”.

“DISOCCUPAZIONE RADDOPPIATA” -“Il tasso di disoccupazione, pressoché raddoppiato rispetto al 2007 e pari all’11,5% lo scorso marzo, si è avvicinato al 40% tra i più giovani, ha superato questa percentuale nel Mezzogiorno”. Lo ha detto Ignazio Visco ricordando che ”la riduzione del numero di persone occupate è superiore al mezzo milione”.

“GIU’ TASSE, SU LAVORO” – ”Riduzioni di imposte, necessarie nel medio termine, pianificabili fin d’ora, non possono che essere selettive, privilegiando il lavoro e la produzione”. Visco spiega come il cuneo fiscale sul lavoro ”frena occupazione e attività d’impresa” e l’evasione è “concorrenza sleale” e ”ostacola la crescita”.

Il governatore, affrontando il tema fiscale, pone l’accento su capitoli diversi rispetto a quelle che sembrano fino ad ora aver monopolizzato il dibattito, come la riduzione dell’Imu. L’accento è invece su lavoro e produzione. Lungo è poi il passaggio dedicato all’evasione fiscale che, spiega , ”distorce l’allocazione dei fattori produttivi, causa concorrenza sleale, è di ostacolo alla crescita della dimensione delle impresa, aumenta il carico tributario per i contribuenti in regola. Va contrastata anche nella dimensione sovranazionale”.

Visco indica anche la strada da seguire: ”Un contributo importante a migliorare la correttezza fiscale può derivare da interventi di semplificazioni e razionalizzazione delle imposte e degli adempimenti. La certezza delle misure fiscali e il loro attento ed equilibrato disegno possono incidere sulle aspettative, quindi sulla domanda, meglio di sgravi immediati ma dall’incertezza sostenibilità”.

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