Scatenato Paolo Guzzanti. Dal suo blog, in tilt per i troppi clic dei visitatori, continua a lanciare accuse contro Silvio Berlusconi e i suoi costumi sessuali. Ora si dichiara anche disponibile a testimoniare a proposito di alcune intercettazioni raccolte dalla procura di Napoli e che sarebbero state distrutte a Roma. Il contenuto, secondo l’ex senatore del Pdl, riguarderebbe dei discorsi pronunciati dal premier su dei suoi incontri sessuali con donne arrivate poi ad alte cariche. Una dichiarazione forte che ha subito trovato sponda nell’Italia dei Valori: il partito di Antonio Di Pietro ha già fatto sapere che presenterà una denuncia in Procura proprio per permettere a Guzzanti di parlare davanti a un giudice come ha provocatoriamente chiesto sul suo sito.
E di fronte all’ironia dei suoi vecchi compagni di partito, che hanno avanzato dubbi sulla sanità mentale del politico-giornalista, la replica è stata immediata: «È vero, riconosco di essere un “caso mentale” e suggerisco quindi al “governo del fare” di aprire appositi istituti psichiatrici per dissidenti e persone scomode. Si potrebbe coinvolgere nell’opera anche “il nostro grande amico” Vladimir Putin, data la sua esperienza in materia».
La giornata si era aperta già con toni decisamente alti: «Berlusconi è un gran porco, ha corrotto la femminilità italiana», aveva scritto Guzzanti, da tempo ormai impegnato in una guerra alla “mignottocrazia”, come lui stesso ha definito l’attuale sistema politico.
Prima della fine del pomeriggio, c’è anche tempo per un botta e risposta con il Quirinale. Guzzanti aveva avanzato il dubbio che Napolitano fosse l’autore di alcune pressioni nei confronti dei giornali per spingerli a non pubblicare certe intercettazioni “piccanti” sul presidente del Consiglio. Una nota del Colle ha però negato qualsiasi sospetto.
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