ROMA – “Un conto è predicare, un altro governare”. Fabrizio Cicchitto, deputato del Pdl, commenta così le parole di Papa Francesco a Lampedusa pronunciate l’8 luglio nella visita agli immigrati. Se Lega nord e ascoltatori di Radio Padania hanno invitato il pontefice a portare i migranti in Vaticano, Cicchitto lo invita a ricordare anche che per lo Stato la gestione dell’immigrazione è un “fenomeno difficile, complesso e anche insidioso segnato dall’intervento di gruppi criminali”.
Il deputato del Pdl ha dichiarato: “Un conto è la predicazione religiosa, altro conto però è la gestione da parte dello Stato di un fenomeno così difficile, complesso e anche insidioso, per di più segnato dall’intervento di gruppi criminali, qual è l’immigrazione irregolare che proprio a Lampedusa ha, per ciò che riguarda l’Italia, uno snodo fondamentale”.
Cicchitto ha poi sottolineato: “Uno Stato degno di questo nome non può abbassare la guardia perché rischia di diventare soggetto passivo di operazioni assai dure e pesanti nell’assenza più totale di una solidarietà internazionale. Di conseguenza, anche in questa circostanza, va affermata una ragionevole, non oltranzista, ma seria e reale autonomia dello Stato dalla Chiesa”.
Il deputato ha poi concluso cambiando il suo interlocutore da Papa Francesco al ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge: “In questo quadro è auspicabile che il ministro Keynge non operi forzature unilaterali rispetto a posizioni assai diverse sul tema immigrazione: le tematiche riguardanti ius sanguinis e ius soli possono essere superate solo attraverso mediazioni assai impegnative che richiedono un lavoro politico attento e serio”.
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