ROMA – Anche questo governo sembra avviarsi sempre più ad uno scontro diretto sul tema giustizia. Dopo le parole del premier sul tema intercettazioni, in un’intervista a Tempi, è scoppiata la polemica. Partiti divisi, magistratura in rivolta e non ultima l’Associazione nazionale magistrati che, in una nota, fa sapere di avere appreso “con preoccupazione” che il premier abbia parlato di “abusi” in merito alle intercettazioni del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “La questione – spiega l’Anm – è oggetto di un conflitto di attribuzione e pertanto appare improprio ogni possibile riferimento a presunti abusi”.
Mario Monti l’aveva detto quasi in sordina in un’intervista-calderone nella quale dichiarava guerra all’evasione fiscale, parlava di crisi economica e di tasse che non si possono abbassare. Ma il tema era troppo caldo per passare inosservato. Riguardo al fenomeno delle intercettazioni telefoniche, Monti ha detto: “Si sono verificati e si verificano abusi che imporrebbero un’iniziativa del Governo”. Ma l’Anm ammonisce che “la questione relativa alle procedure cui assoggettare le intercettazioni indirette dei colloqui del presidente della Repubblica è oggetto di un conflitto di attribuzione, in merito al quale è doveroso attendere la decisione della Corte Costituzionale. Pertanto, allo stato appare improprio ogni possibile riferimento a presunti abusi che sarebbero, comunque, oggetto di altre procedure di controllo, secondo gli strumenti previsti dalle normative vigenti”.
L’Anm auspica, infine, che ”ogni eventuale riforma del regime delle intercettazioni, pur diretta a tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti estranei al procedimento, salvaguardi il pieno utilizzo di tale indispensabile strumento d’indagine, senza peraltro comprimere il legittimo diritto di cronaca”.
La nota del sindacato della magistratura arriva al termine di una giornata carica di tensioni. Le parole di Monti, infatti, non sono piaciute neanche al procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. ”Questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo – ha detto in un’intervista – Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo, mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale”.
”Ho apprezzato le dichiarazioni del premier Monti quando, il 23 maggio scorso, in occasione della commemorazione di Capaci, ha sostenuto che l’unica ragion di Stato è quella dell’accertamento della verità – ha aggiunto Ingroia – Non condivido invece le ultime rilasciate dal nostro presidente del Consiglio sull’operato della Procura di Palermo, ma ovviamente ognuno ha il diritto di sostenere le proprie opinioni”.
Contro Monti scende in campo ancora Beppe Grillo che si dice contrario alla “guerra alle mosche” e chiede di colpire i ”veri evasori”. “Rigor Montis ha due preoccupazioni. La prima è l’evasione fiscale, la seconda sono le intercettazioni” scrive Grillo sul suo blog proponendo al premier di “iniziare la guerra dai bilanci dei partiti, da quelli delle cooperative di ogni colore, prenda in mano l’elenco degli scudati e gli faccia sputare ogni euro evaso con la stessa energia con la quale Equitalia si catapulta sui cittadini che non pagano, spesso per errore, qualche centinaio di euro, faccia per decreto leggi anti corruzione e per punire severamente il falso in bilancio, risolva gli intrecci incestuosi della Borsa”.
Le parole di Monti sulle intercettazioni raccolgono invece il plauso del Pdl. “Dopo quello che ha detto il premier, la politica della giustizia, che viene ad avere un momento di confronto assai importante al Senato, deve certamente andare al di la’ sia delle ipotesi di sfiducia individuali sia anche della riproposizione della fiducia come avvenne alla Camera in modo da bloccare il confronto di merito” afferma Il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Che si rivolge poi al ministro della Giustizia Paola Severino. “Se il ministro vuole seguire le indicazioni di Monti ha tutte le possibilita’ per comporre in modo equilibrato il trittico cioe’una legge effettiva e non mistificata sulle intercettazioni come ha affermato Monti stesso e poi da un lato apportare qualche modifica nel senso da noi richiesto sull’anticorruzione e dall’altro lato altre modifiche sulla responsabilita’ civile dei giudici”.
Dal Pd, interviene Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione Vigilanza Rai, secondo il quale “il tema delle intercettazioni non può non essere affrontato e risolto a livello legislativo. Con due principi da rispettare, però. Innanzitutto le intercettazioni sono uno strumento investigativo indispensabile per il lavoro della magistratura. Ma, al contempo, va riaffermato il postulato che delle intercettazioni se ne deve fare un uso corretto e non devono mai diventare un abuso. Due condizioni essenziali per non trasformarle in un dogma intoccabile e da venerare tutti i giorni”.
Fabio Granata, vicecoordinatore di Fli, infine, chiede a Monti di “non contribuire a delegittimare la Procura di Palermo: nessuno ha intercettato il Presidente della Repubblica. Stia al fianco dei magistrati piuttosto e garantisca il raggiungimento della verita’ su chi ha voluto la morte di Paolo Borsellino”. “La guerra -aggiunge- oltre che all’evasione fiscale va fatta alle mafie e le Procure vanno tutelate, sopratutto quelle di Caltanissetta e Palermo le piu’ sovraesposte. Compresi Ingroia e Scarpinato che sono oggetto di un attacco vergognoso e concentrico”.
I commenti sono chiusi.