Intercettazioni, fotocopia ddl Alfano. Pdl ci rifà. Epifani: “Non è priorità”

Intercettazioni, Pdl ci rifà: presenta testo fotocopia ddl Alfano
Enrico Costa

ROMA – Il Pdl ci rifà: ripropone un testo di legge sulle intercettazioni che è la fotocopia del fu ddl Alfano. E il Pd risponde secco con Guglielmo Epifani, che all’assemblea dei senatori dice: “Non è una priorità”.  Secondo il neo segretario democratico, il tema delle intercettazioni “non è né all’ordine del giorno e non sono una priorità né per il Parlamento né per il governo. Ci auguriamo che Berlusconi non si prenda la responsabilità di rompere l’intesa su cui si regge il Governo. Sarebbe gravissimo”.

Ancora una volta Berlusconi cerca di mettere in difficoltà il governo. Obiettivo, secondo i bene informati: mettere in difficoltà il governo per andare a nuove elezioni prima della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset. Grazie al Porcellum, infatti, Berlusconi dovrebbe vincere almeno alla Camera. Così facendo, avrebbe la maggioranza che non voterebbe il suo arresto. Cosa di cui adesso non può essere certo. Che senso avrebbe, altrimenti, ritirare fuori proprio adesso il testo sulle intercettazioni?

Nel giorno in cui alla Camera approda la richiesta per l’uso delle intercettazioni tra Denis Verdini, Nicola Cosentino e Marcello Dell’Utri, il capogruppo Pdl in Commissione Giustizia, Enrico Costa, deposita un testo fotocopia di quello che a suo tempo fu redatto da Angelino Alfano. E deputati e senatori del Pd hanno commentato tutti all’unisono: “Non è una priorità di questo governo”.

Il clima è teso, dopo giorni di polemiche per le sentenze del Tribunale di Milano dove è imputato Silvio Berlusconi e dopo le manifestazioni in piazza a Brescia contro la magistratura, la mossa del Pdl è destinata a riaccendere il dibattito sul tema giusitiza. Il ddl dell’ex guardasigilli Alfano, oggi ministro dell’Interno nonché vice di Letta, creò non poche fratture tra Pd e Pdl nel corso della scorsa legislatura prima di arenarsi definitivamente alla Camera nell’ottobre del 2011.

All’agenzia di stampa Dire, Costa ha spiegato: “Il mio testo è identico a quello che era stato presentato dal governo Berlusconi ed è una scelta politica. Proprio ieri, nell’ufficio di presidenza della commissione, ho chiesto che sia data la priorità a quei provvedimenti che erano già stati approvati da una parte del parlamento, in primis le intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati, in materia di giustizia”.

E non è finita qui, perché Costa, che è anche vice presidente della giunta per le autorizzazioni ha poi posto un problema di competenza in merito alla richiesta per l’utilizzo dei nastri su Verdini-Cosentino-Dell’Utri. “Il problema – ha sottolineato Costa – è che i tre non sono deputati: Verdini ora è senatore. Si potrebbe pensare che sono state spedite alla Camera perché all’epoca dei fatti stavano a Montecitorio, però dell’Utri è sempre stato senatore”.

Poi ha aggiunto: “Oggi c’è stato un ufficio di presidenza della giunta e io ho posto il problema della competenza. Non è che ci dobbiamo attenere a dove i magistrati indirizzano le richieste” di autorizzazione.

Verdini, Cosentino e Dell’Utri sarebbero, secondo la Procura, coinvolti nell’inchiesta sulla P3 con l’accusa di associazione segreta finalizzata “a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali” e di violazione della legge Anselmi sulle società segrete.

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