Italicum regge alla Camera: no quote rosa e preferenze. Al Senato sarebbe sotto

Italicum regge alla Camera: no quote rosa e preferenze. Ma al Senato sarebbe sotto
Italicum regge alla Camera: no quote rosa e preferenze. Ma al Senato sarebbe sotto

ROMA – L’accordo Renzi-Berlusconi-Alfano sulla legge elettorale sta reggendo il test del voto della Camera, compresi quelli a scrutinio segreto. Non mancano però le tensioni, a partire da quella sulle quote rosa, che sta spaccando soprattutto Forza Italia, cosa che ha portato ad uno slittamento del voto finale a lunedì prossimo, deciso dalla Conferenza dei capigruppo, nonostante la contrarietà del Pd.

No alle preferenze risicato. Il quale Pd, invece, sconta divisioni palesi e sotterranee (50 franchi tiratori) sulle preferenze, bocciate dall’Aula ma con soli 40 voti di scarto (236 quelli raccolti dalla minoranza che di solito non supera mai quota 180/90 voti). E’ chiaro che quando la legge passerà al Senato dove la maggioranza è molto meno ampia il campanello di allarme di ieri suonerà un’altra musica. Sia la minoranza interna del Pd, con Gianni Cuperlo, sia Ncd, hanno ribadito la volontà di sollevare il tema delle preferenze (estranee all’accordo) durante l’esame in Senato. Calcolatrice alla mano, se non berlusconiani e non renziani votassero tutti insieme a favore delle preferenze si raggiungerebbe almeno quota 170, ben oltre la maggioranza relativa dell’assemblea di Palazzo Madama.

Quote rosa.  Sulla carta sono tutti per la parità di genere e quindi per l’introduzione di un meccanismo che lo assicuri anche nella definizione delle liste. Contraria è Forza Italia (si dice che Berlusconi sia d’accordo, non Denis Verdini che si sarebbe impuntato): non vogliamo un “manuale Cencelli sessista” è la posizione ufficiale. Il Pd, che pure accoglierebbe la modifica, ha le mani legate perché ha sottoscritto un accordo con Forza Italia.

Tutti gli emendamenti in merito sono stati accantonati, anche quelli sottoscritti dalle deputate forziste come Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna, Renata Polverini, Micaela Biancofiore, Gabriella Giammanco, Annagrazia Calabria, Elvira Savino, Giuseppina Castiello, Sandra Savino. Hanno preso le distanze dagli emendamenti invece Mariastella Gelmini e Daniela Santanchè. Anche il Presidente della Camera Laura Boldrini ha raccolto invano l’appello a prendere in considerazione una modifica favorevole alle quote rosa.

Napolitano. Ma sono le parole del presidente Napolitano a costituire l’elemento principale della giornata: il Capo dello Stato ha infatti chiarito che non intende pronunciarsi mentre il Parlamento sta lavorando, ma che prima di promulgare la legge procederà ad un “attento esame”.

 

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