ROMA – L’Iva aumenterà a ottobre, precisamente da martedì 1. Il premier Enrico Letta ha spiegato in Consiglio dei Ministri) che prima di approvare il decreto (che doveva portare allo slittamento a gennaio) aspetta il chiarimento in Parlamento col Pdl (per capire fondamentalmente se il governo va avanti oppure no). Ma se il chiarimento dovesse avvenire proprio quel martedì (come probabile), questo vorrebbe dire che per ora l’Iva aumenterà (come precedentemente stabilito).
Letta lo ha detto chiaro e tondo: la sospensione di provvedimenti ”anche rilevanti di natura fiscale e economica” è dovuta all’impossibilità ”di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la continuità dell’azione di governo”.
Se i decreto fosse andato in porto, per far slittare di qualche mese l’aumento dell’Iva sarebbe arrivato il balzello sulla benzina, che sarà più cara di due centesimi.
Non solo: le coperture per il mancato rialzo dell’Iva a ottobre sarebbero arrivate dall’aumento dell’acconto dell’Ires (al 103%) e dell’Irap per il 2013, oltre che dall’incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 2,5 cent al litro.
Prima della fine dell’anno sarebbero state ‘‘ridefinite le misure delle aliquote ridotte” dell’Iva ”nonché gli elenchi da assoggettare alle medesime”.La copertura insomma si sarebbe trovata. Restano due dubbi: c’è molta differenza tra aumentare l’Iva e aumentare la benzina, ovvero aumentare indirettamente il costo di trasporto di tutti i beni? E soprattutto: da qui alla traduzione in legge del decreto potrebbe non esserci più il governo.
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