ROMA – Usciti di scena pensioni e contributo di solidarietà il governo è alle prese con i conti sulla manovra: chi entra e chi esce nei calcoli dei ministri? Gli emendamenti dovrebbero arrivare in Senato alle 15 ma probabilmente ci sarà uno slittamento alla prossima settimana.
Per ora sul tavolo ci sono alcune opzioni. A quanto pare verrà rafforzato il redditometro con maggiori controlli attraverso l’anagrafe sui conti correnti bancari con l’intenzione di rendere più tempestivo l’accertamento di eventuali discrepanze tra quanto dichiarato e l’effettivo tenore di vita. C’è poi l’ipotesi condono, o meglio, “concordato con il Fisco”, per recuperare le migliaia di contribuenti che hanno approfittato del condono del 2003 (sempre a opera di un governo Berlusconi) pagando una prima rata per bloccare il procedimento penale, salvo poi glissare sui successivi appuntamenti con il Fisco. Una piccola maggiorazione delle rate già previste e il Fisco rinuncia a future, maggiori pretese. In questo modo il governo calcola di recuperare 4 miliardi di euro.
Ma per gli evasori c’è in serbo una bastonata pesante: il carcere. Secondo La Padania la proposta è quella di equiparare l’evasione al furto con destrezza, con tanto di sequestro preventivo e cautelativo dei beni. Brutte notizie anche per i commercianti: la stretta sull’evasione prevede maggiori controlli su coloro che non rilasciano lo scontrino e la pena potrebbe essere la sospensione o addirittura il blocco dell’attività dopo un minor numero di violazioni rispetto a quanto previsto oggi. Non solo, sarebbe pronta anche una “gogna”: chi non emette lo scontrino potrebbe vedersi pubblicato il nome sui giornali.
Certo, rimane poi la carta dell’innalzamento dell’Iva, anche se Berlusconi temporeggia. L’aliquota del 20% potrebbe salire al 21 se non al 22%, cosa che dovrebbe garantire 4 o 8 miliardi. L’aumento potrebbe essere anche solo temporaneo, 3-6-12 mesi, giusto il tempo di rassicurare l’Europa.
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