Josefa Idem non si dimette. Enrico Letta: “No doppio standard”

Josefa Idem non si dimette. Enrico Letta: "No doppio standard"
Josefa Idem (Foto Lapresse)

ROMA – La ministra dello sport Josefa Idem non si vuole dimettere. Ma il presidente del Consiglio, Enrico Letta, avverte: “Vedrò tutte le carte ma nessun doppio standard”. E per lunedì 24 giugno è attesa una decisione a riguardo.

A criticare Idem sono anche molti esponenti del Pd, il suo stesso partito. Come il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi.  “Della ministra Idem non convince soprattutto la frase ‘non lascio’, ha scritto sul suo profilo Facebook. Avrebbe dovuto dire ‘penso di essere onesta, ma rimetto il mio mandato nelle mani del Presidente del Consiglio. Sta a lui decidere’. In politica si fa così”.

Letta, dal canto suo, dice non aver ancora visto tutte le carte che riguardano la vicenda Ici non pagata nella casa-palestra della ministra. Vuole vederle tutte prima di decidere. Definisce elemento chiave del proprio governo “essere garantisti e garantire opportunità e rispetto delle regole”. Ma “nessun doppio standard”.

“Amareggiata” Idem: si era detta decisa di restare al proprio posto  “perché consapevole di essere onesta” e sembrava non aver nessun ripensamento all’indomani della conferenzastampa di sabato a palazzo Chigi, in cui aveva chiarito la propria posizione rispetto alle accuse di irregolarità fiscali. Ma quelle spiegazioni non sono bastate.

Parole benevole arrivano invece dal Pdl. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ha solidarizzato con la ministra: “Io sono un garantista all’ennesima potenza, contrariamente ai miei colleghi del Pd che nel passato si sono infilati in ogni strumentalizzazione, ha detto in una intervista a SkyTg24. Io non faccio strumentalizzazioni rispetto le persone, rispetto anche gli errori delle persone. Chi non ha mai fatto un errore nella denuncia dei redditi? Chi non ha mai fatto un errore sull’Imu? Chi non ha mai fatto un errore sull’Iva? Quindi io non sarei per dare la croce in testa a questo o a quel ministro, è un gioco che non mi appassiona, che non ho mai fatto e che non farò mai”.

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