ROMA – Otto emendamenti. Il governo corre ai ripari, prova a evitare lo scontro annunciato in Senato con Nuovo Centrodestra, e presenta i suoi correttivi al decreto lavoro, già approvato alla Camera con voto di fiducia.
Gli emendamenti introducono ritocchi sostanziali al testo licenziato da Montecitorio: si va da modifiche ai contratti a tempo fino alla revisione di alcune norme dell’apprendistato.
Non solo: niente più stabilizzazione ma solo una multa per chi sfora la quota del 20 per cento per i contratti a termine. La nuova sabzione passa dalla “stabilizzazione” (con l’assuzione a tempo determinato) ad una multa che l’impresa dovrà versare al fisco: la sanzione è pari al 20 per cento nel caso in cui lo sforamento riguardi un solo lavoratore e sale al 50% negli altri casi.
Novità sensibili anche in materia di apprendistato. La formazione pubblica dell’apprendistato potrà essere svolta anche dalle imprese e dalle loro associazioni. Non solo: sarà possibile utilizzare il contratto di apprendistato “anche a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionali”.
Cambia anche il tetto relativo alla stabilizzazione di una quota di apprendisti: ora vale per le aziende con oltre i 50 dipendenti contro i 30 previsti dal testo approvato dalla Camera.
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