ROMA – Via i manager delle società comunali che non tengono in ordine i conti. Basteranno infatti due bilanci in rosso perché i manager delle società ”partecipate” dai comuni possano essere cacciati ”per giusta causa”. E’ una delle norme più stringenti contenute in un emendamento del governo alla legge di stabilità che introduce una stretta sulle ”aziende speciali, le istituzioni e le società partecipate dalla pubblica amministrazioni locali”.
La norma – scrive il governo nella relazione tecnica – punta ad introdurre ”un principio generale di responsabilizzazione dell’ente partecipante rispetto alle perdite registrate da società ed enti partecipanti”. Ma anche di coloro che gestiscono le società.
Per quest’ultimi in particolare – se forniscono all’ente locale di cui sono partecipate almeno l’80% della propria attività – è prevista la riduzione del compenso del 30% dopo perdite ripetute per tre anni. Inoltre è possibile la revoca anticipata degli amministratori dopo perdite ripetute per due anni consecutivi. Quest’ultima norma non si applica, però, se le perdite sono dovute ad un piano di risanamento approvato dagli enti partecipanti.
Per gli enti locali, invece, scattano altri tipi di obblighi. In particolare, in caso di perdite, dovranno effettuare un accantonamento di bilancio dello stesso ammontare che potrà essere reso disponibile solo in presenza di un ripiano effettivo delle perdite , di una ricapitalizzazione della società o della vendita e/o liquidazione.