ROMA – Manca poco alle elezioni, talmente poco che non c’è tempo per una nuova legge elettorale. Si voterà tra poco e sarà con la vecchia legge elettorale. Come nel 2008, con il Porcellum e le liste di nominati. Il braccio di ferro tra partiti ha letteralmente (e consapevolmente) consumato i tempi per una nuova legge. Ancora martedì 4 dicembre il Pdl rimette tutto in discussione con una nuova proposta, l’ennesima, proprio mentre il disegno di legge è in mano alla commissione Affari costituzionali. Proposta di Gaetano Quagliariello che prevede un premio fisso di 50 seggi e non più variabile.
D’altra parte la tentazione del Pdl è proprio quella: andare a votare con questa legge. Chiedere a gran voce di anticipare la data delle elezioni va in questo senso. Soprattutto quando si accompagna la richiesta con una minaccia di far saltare il governo. Elezioni politiche e regionali in un’unica data, a febbraio. Per evitare che una probabile batosta alle amministrative si ripercuota sulle politiche dopo appena 30 giorni. Questo sogna Berlusconi insieme a elezioni con questa legge con liste infarcite di nomi “fedeli”.
Bersani-Berlusconi, è lo scontro (a distanza) che si profila in queste ore. L’uno candidato certo, l’altro ancora probabile. Con il primo che, neanche a dirlo, punzecchia l’avversario proprio sulla legge elettorale: “Il dossier più importante è la legge elettorale in relazione allo sbandamento del centrodestra. Se domani il Pdl avrà una riunione per decidere la linea politica, per favore ci faccia sapere cosa pensa precisamente, e sul piano politico, della legge elettorale, perché non capiamo più, è la ventesima proposta, e non conosciamo le intenzioni politiche”.
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