Legge elettorale, Grillo: “Soglia al 42%? Colpo di Stato”. Schifani: “Subito o M5S va all’80%”

Beppe Grillo

ROMA – Renato Schifani: “Avanti con la legge elettorale oppure Grillo dal 30% passa all’80”. Replica di Beppe Grillo: “Soglia al 42,5% è un colpo di Stato”. Botta e risposta tra i due sulla legge elettorale, con il presidente del Senato che auspica la riforma del Porcellum: “I tempi ormai sono brucianti”. E sprona i partiti a fare presto. Il portavoce del Movimento a 5 Stelle ovviamente non ci sta: “Vogliono impedire a tavolino la nostra vittoria”.

“Io credo – spiega Renato Schifani – che il mio ottimismo si trasformerà a breve in certezza. Vedo notevoli margini che ci lasciano pensare che a breve si arrivi a un’ampia intesa tra le forze politiche”. Schifani poi aggiunge: “Le regole vanno scritte con ampio consenso: vedo una fase costruttiva tra i partiti per la legge che porterà in aula a una riforma ampiamente condivisa”. E lancia quasi un aut aut alle forze politiche: “I tempi ormai sono brucianti, io stimolo i partiti e loro se ne stanno facendo carico. Le lancette tra un po’ si dovranno fermare”.

La risposta del leader del Movimento 5 Stelle non si è fatta attendere:

”Napolitano (che non ci dorme la notte) e i partiti vogliono cambiare in corsa la legge elettorale, un attimo prima della fine della legislatura dopo aver ignorato la questione dal 2006. Quando scappa, scappa. Di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, l’Unione europea tace”.

La Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto ha sancito nel 2003 – ricorda Grillo- che gli elementi fondamentali del diritto elettorale, e in particolare del sistema elettorale, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione delle circoscrizioni non devono poter essere modificati nell’anno che precede l’elezione, o dovrebbero essere legittimati a livello costituzionale o ad un livello superiore a quello della legge ordinaria”.

La riforma del Porcellum è ferma in commissione Affari Costituzionali al Senato. L’ultimo emendamento votato da Pdl, Lega e Udc, su un premio di maggioranza alla lista che ottiene almeno il 42,5 per cento delle preferenze, ha fatto infuriare il Pd. La prossima riunione a palazzo Madama è prevista per martedì prossimo.

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