ROMA – Lello Di Gioia, a Giuseppe Caporale di Repubblica, dice di avere un serio imbarazzo a girare per la Camera. Tuttavia non farà denunce, perché “dalle mie parti non si fa così”. Deputato socialista, eletto col Pd e poi passato al gruppo Misto, secondo un’inchiesta della procura di Foggia avrebbe avuto contatti con una banda di ladri della città pugliese che nel 2012 assaltò il banco di Napoli rubando 15 milioni di euro.
Non è indagato, Di Gioia, tuttavia secondo gli investigatori avrebbe avuto un ruolo di mediatore per far avere indietro parte di quella refurtiva a uno dei proprietari delle cassette di sicurezza svaligiate. Dando una ricompensa al capo della banda Olinto Bonalumi, una delle 14 persone finite in manette due giorni fa. Di Gioia smentisce quei contatti, ricorda al massimo di “un tizio che salutai un giorno qualche anno sotto il mio ufficio e che proprio in quel momento fu identificato dalla polizia”.
Ci sono le carte della polizia che raccontano di come Bonalumi sia stato due volte a casa sua, sempre a Foggia. Ci sono intercettazioni, appostamenti. Lui ribatte: “E’ assurdo, non è vero. Le dico di no, non frequento certa gente. Impossibile, sono una persona per bene”. E conclude sibillino: “E poi non sono l’unico onorevole che frequenta la zona di Foggia in cui abito io, sa?”. A chi si riferisce?: “Lasci stare, è solo che sono arrabbiato e ferito. Però non farò denunce. Dalle mie parti non funziona così”.