“Dite anche a Beppe Grillo che Dio è morto. Ma dopo tre giorni è risorto”: ma non è bastata l’ironia di Enrico Letta, nelle parole dette ai rappresentanti del M5S alle consultazioni per il nuovo Governo, a placare le polemiche sul post del sito di Beppe Grillo, intitolato: “Il 25 aprile è morto“.
La polemica ha scaldato gli animi e i giornali. Si segnalano in particolare Michele Brambilla sulla Stampa e Tommaso Ciriaco su Repubblica.
Brambilla allarga l’orizzonte della sua critica e include tra i bersagli
1. “Nichi Vendola, [il quale] a chi gli chiedeva un parallelo tra il governo di unità nazionale del dopoguerra e quello di larghe intese che (forse) sta per essere varato, ha detto che sono due cose imparagonabili perché «nel Cln non c’erano i fascisti». Come dire che oggi, invece, ci sono.
2. Paolo Flores d’Arcais: ha detto che «il Pd sta rinnegando i valori della Resistenza, l’accordo con il Pdl insulta i partigiani».
3. “Un redivivo Di Pietro:, ha scritto sul suo sito che non riesce a festeggiare il 25 aprile perché «l’Italia di oggi non è un Paese libero e dopo le elezioni la Liberazione invece di avvicinarsi si è allontanata» (forse perché lui non è stato rieletto?)”.
E conclude naturalmente con Beppe Grillo:
“Una cosa giusta, però, Grillo ieri l’ha scritta: che «se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere». E pensare che a farli piangere sarebbe uno che una volta faceva ridere”.
Ciriaco offre una ampia cronaca zeppa di citazioni. Oltre alle parole di De Mita su Cristo risorto, e oltre a ampie citazioni della presidentessa della Camera Laura Boldrini, cita anche il presidente del Senato,
“Piero Grasso [il quale anche lui] non gradisce: «Non giudico, ognuno ha un modo proprio per catturare il consenso. Più che catturare il consenso, bisogna pensare ai cittadini che soffrono e hanno tanti di quei problemi»”.
Davanti alla contestazione, non si può non rimarcare lo stile di Piero Grasso:
“Fischiato sul palco di Marzabotto, il Presidente del Senato non si scompone: «Fa bene che ci sia dialettica su cui poter costruire qualcosa»”.
Chiude la cronaca di Ciriaco la citazione di Roberta Lombardi che guidava
“una delegazione di parlamentari [che] decide dopo qualche tentennamento di celebrare la festa presso l’Altare della patria. Non con le autorità, ma in mezzo alla gente. La capogruppo — inciampata mesi fa proprio in una frase sul fascismo — spiega: «Quando ho sentito suonare il Silenzio ho pensato che i caduti si sarebbero rivoltati nella tomba»”.
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