ROMA – Da Letta vicepremier a un programma che segua fedelmente la lettera della Bce. L’incarico ancora non c’è, i paletti invece sì, e non pochi. L’ufficio di presidenza del Pdl mina il cammino di Mario Monti verso la presidenza del Consiglio mettendo una serie di condizioni preliminari a un voto di fiducia del partito di Silvio Berlusconi all’eventuale nuovo esecutivo.
Nel primo pomeriggio di sabato Berlusconi e Monti ne hanno discusso per due ore, ma non hanno mediato. Il premier in pectore vuole un governo di soli tecnici, il premier uscente vuole tenere Gianni Letta sulla sedia di vicepremier. La conferma è arrivata nella serata di sabato, dopo l’ufficio della presidenza del Pdl.
Poi il vincolo di programma: “Si’ a Monti ma su un programma ricalcato sulla lettera inviata alla Bce”. E non solo. Il Pdl chiede anche formalmente a Monti di non ricandidarsi. Discorso esteso non solo all’economista ma a tutti i membri tecnici del suo esecutivo.
Infine una dichiarazione di Berlusconi ai suoi: “Stacchiamo la spina a Monti quando vogliamo”. Per l’economista si profila un percorso a ostacoli. E non da poco.
I commenti sono chiusi.