Il giorno dopo i rilievi del presidente della Repubblica Napolitano sulla dubbia costituzionalità del Lodo Alfano, con la conseguenze marcia indietro del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, una nota diffusa dal Colle chiarisce che le ”conseguenze politiche” annunciate dopo la lettera del presidente della Repubblica al presidente della Commissione affari costituzionali al Senato Carlo Vizzini sono ”del tutto estranee” agli ”intendimenti del Capo dello Stato”, volti sempre ”a favorire con la massima imparzialità la correttezza e la continuità della vita istituzionale”.
“Con la lettera inviata al Presidente Vizzini – si legge nella nota del Quirinale -, il Capo dello Stato ha ritenuto di dover manifestare le sue ‘profonde perplessità’ su un punto specifico – tale da incidere sullo status del Presidente della Repubblica – della proposta di legge costituzionale all’esame della prima Commissione del Senato”.
”Le soggettive interpretazioni e le generalizzazioni del contenuto della lettera – si legge ancora – apparse in diversi commenti di stampa, così come le conseguenze politiche che taluni annunciano di volerne trarre, sono del tutto estranee agli intendimenti del Presidente della Repubblica, sempre volti a favorire, con la massima imparzialità, la correttezza e la continuita’ della vita istituzionale”.
Nel momento di massima tensione, Berlusconi fa marcia indietro: “Che il Lodo Alfano venga ritirato”.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri, 22 ottobre, ha espresso ”profonda perplessità” per l’estensione al capo dello Stato dello scudo processuale previsto dal Lodo Alfano in discussione al Senato. Di fatto, è uno “scudo” che il Quirinale rifiuta. Un no che non irrita affatto il premier. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Berlusconi ora sarebbe intenzionato a dire ai suoi di ritirare il provvedimento.
“Non cambia nulla con l’intervento del presidente della Repubblica – dice Berlusconi-. A questo punto io chiederò che quella legge costituzionale venga ritirata. Il lodo Alfano porta con sé un meccanismo farraginoso per l’approvazione e in questo modo serve soltanto a dare fiato alle polemiche strumentali dell’opposizione”.
Non è la prima volta che Berlusconi ritira un provvedimento tanto voluto ma altrettanto contestato: a luglio scorso, dopo mesi di polemiche in Parlamento e sui media, ha di fatto ritirato la legge sulle intercettazioni, rimandando tutto a un passo dall’approvazione parlamentare, anche se solo di recente ha rispolverato il provvedimento, dicendo di volerne al più presto l’ok delle Camere.
In un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, il premier aveva detto qualche giorno fa di non aver cercato scudi per sé, ma che che fossero stati i suoi parlamentari a proporre norme del genere.
Le perplessità di Napolitano sul Lodo Alfano costituzionale (la legge ordinaria è stata bocciata dalla Corte Costituzionale giusto un anno fa) sono contenute in una lettera inviata al presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini. Questo il testo della lettera: ”Ritengo di dover esprimere profonde perplessità sulla conferma da parte della Commissione della scelta d’innovare la normativa vigente prevedendo che la sospensione dei processi penali riguardi anche il Presidente della Repubblica. Questa previsione, ha precisato Napolitano, non era del resto contenuta nella legge Alfano da me promulgata il 23 luglio 2008″.
Secondo il presidente della Repubblica, lo scudo contrasta con la normativa vigente in base all’articolo 90 della Costituzione, e “appare viziata da palese irragionevolezza nella parte in cui consente al Parlamento in seduta comune di far valere asserite responsabilità penali del Presidente della Repubblica a maggioranza semplice anche per atti diversi dalle fattispecie previste dal citato articolo 90”.
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