ROMA – Approvato a Montecitorio il disegno di legge sulle Riforme, mentre tutto intorno sono urla, strepiti e teatro. Una donna cerca di entrare nella tribuna del pubblico a Montecitorio con una t-shirt con lo slogan dell’occupazione da parte dei deputati grillini. Ma i commessi non la fanno entrare e così Giuseppe D’Ambrosio (M5S) chiede conto del fatto: “La Costituzione è il simbolo di un gruppo?”. La presidente Boldrini rileva che “quello slogan è stato fatto proprio da un gruppo parlamentare”, per cui i commessi hanno fatto bene.
E da questo punto sono urla e strepiti in Aula, con il M5S contro Pd e Pdl. “Sono due partiti surreali”, sbotta Alessio Villarosa. Il Pd non ci sta, con Ettore Rosato che dice basta “agli insulti ed alle provocazioni che sono inaccettabili” e ai grillini chiede “senso di responsabilità e rispetto delle regole di convivenza invece di sollecitare i mal di pancia più profondi della gente”. Ma Alessandro Di Battista non ci sta: e rievocando l’esposizione dello striscione dal tetto occupato di Montecitorio, all’esame di un ufficio di presidenza che non si è ancora riunito, sbotta: “Puniteci, sanzionateci a cinque stelle, tanto lo rifaremo mille volte”.
E urla: “Il Pd è peggio del Pdl. Puniteci ma prima sbattete fuori i ladri”. E fa il gesto delle manette, scatenando le urla a destra e a sinistra. Boldrini lo redarguisce. “Non offenda, usi un linguaggio consono”, gli dice la presidente della Camera. Ma a Simone Baldelli non basta e la attacca: “qui non è un asilo infantile. Quest’Aula va presieduta con fermezza e serietà”. “Io non mi tiro indietro. A Di Battista non sarà consentito di nuovo offendere”, dice la presidente. Ma la tensione sale. Angelo Cera dell’Udc va in escandescenze, arrivano i commessi per impedirgli di andare verso i banchi M5S. A quel punto, Boldrini sospende la seduta e convoca i capigruppo.
Poco prima il voto, positivo, sul disegno di legge sulle Riforme che istituirà la commissione che dovrà varare la proposta di riforma della Costituzione.
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