ROMA – Il Pdl presenta un disegno di legge che dimezza la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, il Pd chiede il ritiro e anche la Lega si schiera contro gli ex alleati. E il Pdl fa marcia indietro, come assicura il capogruppo in Senato, Renato Schifani. Marcia indietro che è poi arrivata effettivamente, per bocca del relatore Guido Compagna.
Il disegno di legge sembra tagliato su misura Per Marcello Dell’Utri, ex senatore Pdl:il 25 marzo scorso è stato condannato a 7 anni di reclusione dalla corte di Appello di Palermo. Ora la parola spetta nuovamente entro la Cassazione: se non si pronuncerà entro il 2014 scatterà la prescrizione.
Dopo le proteste di mezzo Parlamento, Schifani ha detto: ”Ho invitato il senatore Compagna a ritirare il ddl sul concorso esterno in associazione mafiosa e ho avuto precise assicurazioni in questo senso”. Schifani ha comunque precisato che Guido Compagna è un componente del gruppo Gal (Gruppo Autonomie e Liberta’). L’altro relatore del provvedimento è Giacomo Caliendo del Pdl.
Compagna: “Ddl a titolo personale, simile a quello di Pisapia”
Dice Compagna: ”La mia proposta di legge sul concorso esterno ne riproduce un’ identica presentata nella XIV legislatura alla Camera dall’onorevole Giuliano Pisapia, collega di diversissima collocazione politica. Vi si puo’ registrare una significativa convergenza di sensibilita’ garantista fra un penalista comunista ed uno storico liberale. Non se ne puo’ pero’ dedurre l’intento di indebolire strumenti di contrasto alla mafia o far apparire questo o quel partito ‘concorrente esterno”’.
”Entrambe le proposte – aggiunge – non sono riconducibili a gruppi politici. Proprio perche’ a titolo personale, possono, invece, prima e piu’ che a ridisegnare le pene, contribuire a ridisegnare il reato. Si tratta di un reato figlio della giurisdizione, che deve a pieno titolo trovare ingresso nella legislazione. Non posso non astenermi da ogni polemica in materia e ritengo il relatore Caliendo ‘sovrano assoluto’ di ogni valutazione di merito in una Commissione della quale non faccio parte”.
Il testo del ddl
Condanna dimezzata per concorso esterno in associazione mafiosa. Niente carcere e intercettazioni per chi svolge attivià sotterranea di supporto ai componenti dell’associazione mafiosa. Si dovrà dimostrare che c’è un profitto. Il relatore del testo è il senatore Pdl Giacomo Caliendo
Come funziona adesso
Ora, il concorso esterno in associazione mafiosa è punito con il carcere fino a 12 anni. Ma sinora non si trattava di una norma ‘tipizzata’ nell’ ordinamento. Lo diventerebbe con il progetto di legge da oggi all’esame della commissione Giustizia, che porta la firma del senatore del Pdl Guido Compagna. Nel testo, infatti, si prevede l’introduzione di due nuovi articoli nel codice penale: il ‘379-ter’ e il 379-quater’.
Il primo (”Favoreggiamento di associazioni di tipo mafioso”) prevede che chiunque, fuori dei casi di partecipazione alle associazioni di cui all’articolo 416-bis, agevoli deliberatamente la sopravvivenza, il consolidamento o l’espansione di un’associazione di tipo mafioso, anche straniera, è punito con la reclusione da uno a 5 anni. Il secondo (‘‘Assistenza agli associati”) stabilisce che chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di favoreggiamento, dia rifugio o fornisca vitto, ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che partecipino a un’associazione di tipo mafioso, anche straniera, al fine di trarne profitto, è punito con la reclusione da 3 mesi a 3 anni. La pena è aumentata se l’assistenza è prestata continuativamente.
Come funzionerebbe con questa legge
L’articolo 418 del codice penale, invece, verrebbe abrogato. Se queste norme venissero introdotte nell’ordinamento le conseguenze sarebbero varie e tutte di una certa rilevanza visto che avrebbero un riflesso anche sui giudizi in corso grazie al principio del ‘favor rei’: prima di tutto il concorso esterno verrebbe derubricato alla categoria ‘favoreggiamento’ e questo comporta di per sé una riduzione della pena che passerebbe infatti da un massimo di 12 anni a un massimo di 5 (cioè da 1 ai 5 anni).
Il che significa che ci sarebbe uno stop alle intercettazioni visto che gli ascolti vengono consentiti in caso di reati per i quali sono previste condanne superiori ai 5 anni. Poi, per chi ‘supporta’ i componenti dell’associazione mafiosa, la pena fissata nel ddl va dai 3 mesi a 3 anni. E questo comporterà che non scatterà la custodia cautelare in carcere: il tetto perché scatti, infatti, è di 4 anni. In più, perché si possa condannare il ‘sostenitore’ o l”assistente’ esterno all’associazione mafiosa, si dovra’ dimostrare che dalla sua azione si ricavi un profitto
Il Pd dice no
Il senatore Nicola Latorre: ”Tra il tentativo di ieri di riproporre il condono edilizio e il testo presentato oggi in commissione Giustizia sul dimezzamento della pena per concorso esterno in associazione mafiosa, non mi pare che il Pdl abbia iniziato con il piede giusto. La sensazione e’ che si vogliano mettere in campo temi su cui e’ nota la profonda divisione politica tra noi e il Pdl probabilmente per creare problemi alla maggioranza”.
La deputata Pina Picierno: ”Il Pdl deve immediatamente ritirare la proposta dal parlamentare di Gal Luigi Compagna che vede relatore il senatore Giacomo Caliendo del Pdl. Si tratta di una iniziativa inaccettabile che priverebbe gli investigatori degli strumenti per accertare quanti fiancheggiano l’attivita’ mafiosa, depotenziando l’azione di contrasto della magistratura. Inoltre la previsione di pene cosi’ basse renderebbe inutile la lotta contro il potere mafioso e le sue ramificazioni nella societa’. Appoggiare una simile proposta significa rendersi complici dell’attivita’ malavitosa prospettando l’esistenza di un vero e proprio partito del malaffare”.
Anche la Lega dice no
”Mai e poi mai sosterremo un testo che propone di dimezzare la pena per concorso esterno in associazione mafiosa anzi, ci opporremo con durezza”. Lo dice Nicola Molteni, capogruppo Lega Nord in Commissione Giustizia a Montecitorio. ”La lotta alle mafie si fa aumentando le pene, rendendole piu’ severe, non certamente riducendole. La Lega combatte la mafia da sempre: gli straordinari risultati ottenuti da Roberto Maroni, nella sua veste di ministro dell’Interno, ne sono l’ esempio piu’ tangibile”.
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