ROMA – A fine anno una stangata, sotto forma di manovra, da 11 miliardi di euro. Previsione e conti fatti da Libero in un articolo a firma di Antonio Castro secondo cui tra Iva, Imu senza copertura, taglio del cuneo fiscale e missione in Afghanistan gli italiani devono aspettarsi una sorpresa amara prima della fine del 2013.
Il tutto nel giorno in cui nel governo esplode il “caso Saccomanni” col ministro dell’Economia pronto a dimettersi perché “l’aumento Imu è inevitabile” ma le forze che appoggiano il governo, Pdl in primis, continuano a nicchiare. Anzi per bocca di Gasparri il Pdl replica: si dimetta pure.
Ma perché la manovra da 11 miliardi? Spiega Libero:
Come se non bastasse c’è da far quadrare i conti 2013 con l’Europa, e quello 0,1% in più è il segnale che forse si è speso troppo (o si è tagliato troppo poco). Per rientrare sotto il 3% nel 2013 il governo dovrà mettere insieme circa 1,5 miliardi. A poco più di 90 giorni dalla fine dell’anno fiscale e di bilancio è difficile individuare azioni ed interventi che possano far quadrare i conti. La prossima settimana il governo tirerà fuori i 250-300 milioni che servono alla permanenza in Afghanistan dei nostri 3.100 militari. Poi c’è da rifinanziare la Cassintegrazione in deroga (almeno altri 600 milioni). Sempre che scoppi qualche altra crisi (finanziaria) da tamponare da oggi a Capodanno. E poi la seconda rata dell’Imu prima casa (2,4 miliardi) e appunto il miliarduccio per tamponare l’Iva. Senza dimenticare gli altri 5, 6 miliardi che a gennaio dovrebbe servire per tacitare imprenditori e sindacati e così avviare il taglio del cuneo fiscale. Allora 5 di impegni già assunti e altri 6 per mantenere quelli concordati a più riprese con Cgil, Cisl e Uil e Confindustria. Venerdì Giorgio Squinzi aveva dato dell’inguaribile ottimista a Saccomanni. Che in effetti ha inserito nel Documento di economia e finanza (Def triennale) una crescita del Pil italiano nel 2014 all’1%. Peccato che meno di 24 ore dopo, giusto ieri, il Fmi abbia limato le aspettative (0,7%). E se la ricchezza prodotta non c’è, le tasse diminuiscono in proporzione. Salvo farsi anticipare (come è già stato fatto con un artificio contabile degno di Paperopoli), da contribuenti e imprese le tasse future per pagare le spese passate
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