Mara Carfagna con Renzi? Smentite di rito, ma in Forza Italia la seguirebbe più di uno

Mara Carfagna con Renzi per Forza Italia Viva? Smentite di rito, ma in Forza Italia la seguirebbe più di uno
Mara Carfagna in una foto d’archivio Ansa

ROMA – Mara Carfagna passa con Matteo Renzi per fare un “super partito” liberale? Tutti (sia in Forza Italia che in Italia Viva) si affrettano a smentire ma la voce non lascia indifferenti gli appartenenti del partito di Berlusconi: segno che qualcosa (forse) si muove davvero. Di certo la Carfagna ha incontrato Silvio Berlusconi e entrambi hanno assicurato che non c’è nessuna scissione in vista. Ma i soliti bene informati dei giornali e delle agenzie parlano di un aut aut del leader di Forza Italia. Un monito visto che, si mormora, sarebbero diversi gli esponenti di Forza Italia pronti a mollare Berlusconi.

Ma andiamo con ordine. Nei giorni scorsi si è parlato di un progetto renziano da opporre al fronte Salvini-Meloni: un progetto sintetizzato sotto il nome di Forza Italia Viva. “Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione”, ha detto la Carfagna. Parole che non piacciono evidentemente a Silvio Berlusconi, che lancia un ultimatum: “La cena di ieri non è servita: Mara Carfagna decida se restare o andare via…”, dice (secondo quanto riporta l’Ansa) parlando con i suoi.

Allo stato quella dell’esponente azzurra è solo una provocazione che tuttavia fa il paio con la preoccupazione per la nascita del nuovo “competitor” che l’aveva colta all’epoca della scissione di Italia Viva. Quando già dovette smentire di essere tentata dalla sirena renziana. “Oggi io e Renzi siamo in due metà campo diverse” mette in chiaro l’esponente azzurra che tuttavia rinnova la sua preoccupazione per la sorte dei riformisti azzurri: “Non so cosa accadrà nei prossimi giorni, ma molti dopo 25 anni non si sentono a proprio agio in Fi”.

Un appello che la deputata ha rinnovato durante una cena con Silvio Berlusconi, occasione in cui è tornata ad esprimere la sua contrarietà alla “sudditanza psicologica” nei confronti della Lega, emersa anche in occasione del voto sulla Commissione Segre: “un errore” che mette in ombra i valori della rivoluzione liberale lanciata dal Cav. nel ’94.

Matteo Renzi tuttavia gongola: “Porte aperte a chi vorrà venire non come ospite ma come dirigente, vale per Mara Carfagna e altri, ma non tiriamo la giacchetta. Italia Viva è l’approdo naturale per tutti, è questione di tempo”. Il suo ragionamento è consequenziale: “Italia Viva sta provocando scossoni più profondi di quello che sembra. Quando sarà chiaro cosa accadrà a febbraio e marzo, sarà sempre più evidente che è in corso un riposizionamento anche nella destra. Noi cresceremo molto, ed è il motivo per cui sono molto preoccupati”.

Intanto però ci sono le regionali e se Renzi non intende tirare nessuno per la giacchetta a farlo ci pensa il centrodestra. Il profilo di Mara Carfagna torna ad essere indicato per la presidenza della Campania – che per accordo spetta a FI – e su di lei arriva il via libera di Lega e FdI nonostante il sarcasmo di Salvini che si augura “non vada a sinistra per amore di poltrone”. “E’ molto brava” dicono di lei Lucia Borgonzoni e Giorgia Meloni. Molto utile, aggiunge FdI, per rispondere a chi come Renzi, “lancia l’amo nel campo del centrodestra”. Ma Carfagna non si sbilancia anche per non dare agio a chi l’accusa di cercare “poltrone”. La candidatura in Campania è ancora un discorso “prematuro”.

Il leader di Italia Viva intanto non scommette sulle elezioni: “andare a votare ora significa consegnare il Paese a Salvini, si chiama masochismo” e questi sono conti che conosce “perfettamente” il leader della Lega. Meno, dice, il Pd. Che replica piccato: “Caro Renzi, la destra si sconfigge governando bene non occupando solo poltrone per paura degli elettori”.

Anche altri di Forza Italia pronti a seguire Mara Carfagna.

Giovanni Lamberti scrive sull’Agi che oltre alla Carfagna ci sono altri esponenti di Forza Italia tentati dall’idea di passare con Renzi: “In ogni caso si va verso un’accelerazione da parte dei moderati di FI sull’organizzazione di un nuovo progetto politico. Che parta però dal territorio e comprenda poi, anche se in tempi stretti, anche la costituzione di gruppi autonomi. I numeri? “Almeno una ventina alla Camera e una decina al Senato”, sostiene chi sta lavorando al piano. Un’operazione che potrebbe comportare una sorta di “separazione consensuale” da parte dell’ex presidente del Consiglio. “Non subito”, spiega una fonte che sta lavorando al piano, “magari nelle prossime settimane, anche con l’aiuto di Gianni Letta”. (Fonti Ansa e Agi).

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