ROMA – Udc, Verso la Terza Repubblica di Montezemolo, la “lista Riccardi”, Fli. E magari altri ancora: il neonato progetto politico di Mario Monti pare destinato alla lista unica, che per il meccanismo previsto dalla legge elettorale dovrebbe essere certa almeno al Senato. Ma forse la lista unica, con il nome di Mario Monti, sarà presente anche alla Camera alle prossime elezioni politiche di febbraio.
Visto il Porcellum sembra inevitabile la lista unica al Senato dove la soglia minima per la coalizione è del 20 per cento, ma 8% per la singola lista su base regionale, ovvero percentuale molto più facile da raggiungere. Stesa ipotesi potrebbe valere anche per la Camera.
Prima di sciogliere le riserve (le liste vanno comunque presentate ufficialmente entro metà gennaio) pare che Monti voglia aspettare qualche giorno e capire le “reazioni della gente” alla sua candidatura. Montezemolo intanto ha commissionato un sondaggio secondo il quale la lista Monti vale il 20% Monti giovedì inizierà i primi colloqui con Casini e Fini, venerdì incontrerà i ministri in campo e i centristi. Circola anche l’ipotesi di un compromesso con l’Udc: alle elezioni con più simboli federati ma con l’impegno di formare un gruppo parlamentare unico.
Secondo Pietro Ichino invece Monti non si candiderà direttamente, ma che avrà comunque un ruolo attivo anche ”per il solo fatto che sarà lui a controllare la composizione di queste liste e a dare il suo consenso solo alla lista che risponda ai criteri che ha enunciato in modo netto in conferenza stampa”.
I commenti sono chiusi.