ROMA – Massimo D’Alema non si ricandiderà: l’annuncio lo ha dato lo stesso leader Maximo che ha deciso di lasciare prima ancora che gli venisse chiesto. Proprio mentre il Pd si prepara a dire addio alla foto di Vasto e Pier Luigi Bersani, a sorpresa, scende in campo e indice nuove primarie ad ottobre, per non dare modo al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, di continuare con il suo tormentone. Massimo D’Alema sceglie così di sfilare una carta dal mazzo del rottamatore, che farà tutta la campagna in nome del rinnovamento e del rispetto della regola dei tre mandati.
Lui, che da molti è visto come il deus ex machina del Pd, fa un passo indietro, ma non tutti i leader sono disposti a indietreggiare. Bersani, sentendo l’aria che tira nel Paese, tra una forza centrifuga verso l’astensionismo sempre più trainante e il boom del grillismo alle ammministrative, si è convinto della necessità di aprire il Pd a energie nuove. Così il segretario del Pd ha dato ufficiosamente il via alla campagna elettorale, ignorando le resistenze dei big democratici, incontrati in questi giorni.
D’Alema, come aveva spiegato anche nell’intervista all’Espresso di un paio di settimane fa, sulla questione ha idee chiare: “Il segretario viene eletto dal popolo tramite le primarie, ed è il nostro candidato premier. E’ la regola più importante del nostro statuto. Ci sono due possibilità di derogare: o dall’interno, chiedendo un nuovo congresso, o dall’esterno, se resta il Porcellum e un altro partito ci contesta la guida della coalizione. In quel caso si farebbero le primarie di coalizione”.
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