ROMA – Matteo Renzi ospite da Lucia Annunziata a “In mezz’ora”. Il premier segretario del Pd spiega che a suo modo di vedere astensionismo e tensioni sociali non hanno nessun legame. E il calo di popolarità è fisiologico quando si vuole cambiare a fondo un Paese.
Oltre alle urne mezze vuote in Emilia, i sondaggisti che continuano a rivedere al ribasso le stime di gradimento del governo, Renzi, durante la trasmissione di Raitre parla anche delle proteste sul Jobs Act che vanno avanti oramai da qualche mese.
Renzi parla dopo che in mattinata Repubblica aveva pubblicato un’intervista in cui parlava di riforme e dei rapporti con Berlusconi. Dalla Annunziata, il premier parla degli ultimi avvenimenti di cronaca: “Da sindaco ho smantellato un campo rom, ma mandando i bambini a scuola. Il dato dell’emergenza sociale non si può immiserire con il dato dell’astensionismo in Emilia-Romagna”.
A proposito dell’efficacia della riforma del mercato del lavoro, Renzi li associa ai dati che parlano di “flebile ripresa”: ” Abbiamo risolto delle crisi occupazionali, ma accanto a questo c’è moltissimo da fare”.
Renzi, per quanto riguarda il Governo sottolinea di non essere “qui per cercare di far contente le persone altrimenti farei come quelli che mi hanno preceduto. A me interessa rimettere l’Italia in condizione di competere nel mondo” e che “la gente non perda fiducia nell’Italia. Possono perdere fiducia in me ma l’importante è che chi si alza la mattina per andare a lavorare non pensi ‘non ce le faremo mai”.
Il premier commenta infine il calo di fiducia degli elettori evidenziato da alcuni sondaggi spiegando che “è naturale quando provi a mettere in moto il Paese in modo diverso, quando cerchi di cambiare le cose che stanno lì da anni. Ci sta di perdere il consenso. Un politico vero deve avere il coraggio di cambiare il Paese senza guardare tutti i giorni i sondaggi”.
Sull’elezione del successore di Napolitano, Renzi spiega che prima si deve approvare l’Italicum. E quando la riflessione torna sull’astensionismo crescente, il presidente non si lascia sfuggire l’occasione di tornare a criticare la minoranza interna del Partito democratico: “Una parte della sinistra preferisce fare le pulci al nostro governo. Non si rende conto che l’alternativa non è un’altra sinistra, come dice il dato dell’astenionismo. L’alternativa è una destra che ha un nome e cognome, la destra di Le Pen in Francia. Io non ho paura della Lega e di Salvini, come non avevo paura di Grillo. Dico che se fai politica devi proporre, non cavalcare la rabbia”.
Renzi parla ancora del centrodestra e ribadisce il significato dell’accordo con Berlusconi: “L’accordo con Berlusconi e Forza Italia non è sul governo ma è limitato alle riforme. Berlusconi è scontento del mio governo? Anch’io sono molto scontento dei suoi”.
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