ROMA – Matteo Renzi apre a Silvio Berlusconi e sulle riforme apre a una mediazione: “Troveremo una soluzione, oggi la linea di fondo è che i consiglieri (regionali; Ndr) individuano al proprio interno quale consigliere regionale va al Senato. Questo può essere un punto di mediazione”.
Mediazione che arriva proprio il giorno dopo dell‘incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano. “Sarei disonesto – dice Renzi a ‘In Mezz’ora’ – se dicessi che qualcosa non è accaduto. Berlusconi ha messo un paletto negativo, poi l’ha recuperato e ha detto: ‘Sono le nostre riforme’. Ha chiesto di cambiare alcune cose, io credo che sia legittimo ascoltare Berlusconi, Grillo e chiunque dica la sua. Anche la minoranza Pd che abbiamo ascoltata più volte. Sono tanti mondi e realtà diverse e ho grande rispetto. Ci sono 4-5 punti che sono decisivi”.
“Il primo – ha spiegato – via le Province, e il 25 maggio per le Province non si vota. Poi ci sono le cose che eliminiano come costi della politica, tipo via le auto blu. Sono pochi soldi? Perché non lo hanno fatto quelli che criticano? Sulla riforma costituzionale c’è l‘abolizione del Cnel, su cui quasi nessuno è in disaccordo. Poi c’è il Titolo V, cioè il rapporto tra Regioni e Stato. Il contenzioso tra i due oggi è pazzesco. Fare chiarezza significa restituire credibilità alle Regioni, con lo Stato che deve rispettare l’autonomia delle Regioni. Su questo punto c’è un accordo quasi completo, siamo a un passo”.
E sul Senato Renzi apre a una possibile mediazione: “Noi abbiamo detto ‘mai più bicameralismo perfetto’. Mai più il voto di fiducia, mai più quello sul bilancio, no all’indennità. E su questi punti mi pare siano tutti d’accordo”. L’altro no è quello sulla eleggibilità diretta, perché “dietro l’eleggibilità diretta del Senato c’è la produzione di ceto politico“.
Quello dell’inelegibilità del Senato però è forse il punto principale attorno al quale si è formata una maggioranza alternativa al Senato, che unisce la minoranza del Pd a M5s, Forza Italia, parte di Ncd, Sc, Lega e Sel. “Troveremo una soluzione – dice Renzi – C’è una parte ampia che vuole eleggere direttamente i senatori tra i consiglieri regionali e un’altra parte che vuole che i consiglieri regionali eleggano chi va in Senato. Mi sembra un tema importante, ma a fronte della riscrittura totale della forma dello stato troveremo una soluzione. La linea di fondo per cui i consiglieri individuano al proprio interno quale consigliere regionale va al Senato può essere un punto di mediazione. A me basta – ha concluso Renzi – che il consigliere regionale non immagini di stare dalla mattina alla sera al Senato”.
Parlando della riforma dei poteri del premier, Renzi si è detto pronto a discuterne, ma non ora: “Il premierato forte non è un problema. La Cancelliera Merkel o il primo ministro inglese, come la maggior parte dei capi di governo, hanno dei poteri reali. Io non ho difficoltà – conclude il presidente del Consiglio – a discuterne, ma aprire ora una riflessione su questo significa farsi del male perché siamo a un passo dal chiudere un accordo” sulle riforme costituzionali.
I commenti sono chiusi.