ROMA – Anno nuovo, sfida nuova. Il neo-segretario Pd, Matteo Renzi, ci riprova e intervistato da Stefano Feltri per il Fatto Quotidiano propone un nuovo patto a Beppe Grillo per trasformare il Senato in Camera delle autonomie locali. “Si può risparmiare un miliardo di euro. Se i senatori Cinque Stelle sono d’accordo lo facciamo domani – incalza – Se Grillo rifiutasse dovrei pensare che non riesce a convincere i suoi senatori a firmare una legge che serve a cancellare le loro 60 poltrone”.
Renzi propone all’M5S un patto concreto e ribadisce la possibilità di sforare il vincolo del 3% al rapporto tra deficit e Pil.
”Nel suo discorso di fine anno Grillo si è preso meriti non suoi: anche le migliori battaglie dei Cinque Stelle ottengono risultati solo se c’è la sponda dei democratici. Alcune battaglie, anche sacrosante, del M5S possono essere portate a termine solo se i cittadini pentastellati fanno accordi”.
E aggiunge: ”Per i parlamentari M5S il 2014 sarà l’anno chiave, quello in cui devono decidere se cambiare forma mentis”.
Sul rapporto deficit-Pil precisa: ”Se all’Europa proponi riforme istituzionali e un Jobs Act che attiri investimenti stranieri, allora in Europa ti applaudono anche se sfori il 3%”, sostiene Renzi, che è perentorio nel dire no all’uscita dall’euro.
In merito al discorso di fine anno del Capo dello Stato, ”è stato un messaggio che invita al coraggio delle riforme e a occuparsi di lavoro e lo condivido”, osserva Renzi. Quanto alla possibilità che quello appena pronunciato sia stato l’ultimo discorso di Napolitano, ”non credo, ma deciderà lui, non altri”.
Quanto ai casi Telecom e Mps, secondo Renzi,
”il governo ha un potere enorme di moral suasion, indipendentemente dagli appigli legislativi. Nella vicenda Telecom il governo dovrebbe usarlo per chiarire che lo scorporo della rete è una priorità, o che comunque bisogna avere l’assoluta garanzia di investimenti sull’infrastruttura, e su Mps dovrebbe usarlo per evitare che i soldi prestati dai contribuenti italiani vengano messi a rischio”.
Infine sul rapporto con Maurizio Landini, ”non è renziano neanche il Pd, figuriamoci la Fiom”, scherza Renzi. ”Certo, su alcune cose potrebbe esserci condivisione: dalla legge sulla rappresentanza alla presenza di persone elette dai lavoratori nei consigli d’amministrazione”.
I commenti sono chiusi.