ROMA – Le tasse aumentate per colpa degli “irresponsabili” mentre a sinistra c’è chi si ostina a “soffocare” la crescita. E’ un Mario Monti sempre più calato in campagna elettorale quello che l’8 gennaio parla a TgCom24.
Ed è un monti che distribuisce siluri a destra e sinistra. Il nome di Berlusconi affiancato alla parola “irresponsabili” non c’è, ma basta un minimo di interpretazione. Monti infatti racconta di essere stato ”costretto” ad aumentare le tasse ”perché alcuni irresponsabili hanno portato a quella situazione” finanziaria. Impossibile non cogliere il riferimento a chi lo ha preceduto. Quindi il professore si attribuisce il merito del risanamento e allude a un possibile taglio delle tasse: “Ma adesso che il Paese è salvo c’è una prospettiva di ”riduzione graduale delle tasse”.
Con la sinistra Monti è altrettanto aspro e come nel caso di Berlusconi non cita mai direttamente quelli che per lui sono i responsabili: ”Non dico tutta, ma una parte della sinistra pone molta attenzione in teoria all’aspetto disuguaglianze, ma spesso soffoca i meccanismi per la crescita, che sono basati su efficienza produttitvita’ e competitività”. Facile leggere il riferimento ai vari Nichi Vendola e Stefano Fassina, lo stesso che Monti qualche giorno fa avrebbe voluto silenziare.
Secondo Monti “per ridimensionare il settore pubblico occorre una spallata dei cittadini, ma non con la rabbia, la protesta o il non voto, ma scegliendo di votare chi non ha legami con organizzazioni che vogliono bloccare il Paese”. Ancora un riferimento implicito, in cui è difficile non cogliere la Cgil.
Secondo il professore, quindi, “bisogna andare a toccare le retribuzioni senza però cadere nella demagogia che impedisce allo Stato di assumere competenze molto alte che vanno strappate al mercato”. Non manca, infine, una stoccata alla Lega: “Non mi riconosco proprio per niente in questa specie di aborto di pulsione federalista che ha peggiorato il Paese nel suo insieme e quindi anche le zone più avanzate del Paese”