Inveire contro il presidente della Repubblica costa caro ad Antonio Di Pietro e Maurizio Belpietro, che sono finiti indagati per vilipendio. Il fascicolo è stato aperto dalla procura di Roma per l’ipotesi di reato ai danni del capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Il leader dell’Italia dei Valori è indagato per le dichiarazioni rilasciate dopo la firma alla legge sullo scudo fiscale. «Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – disse Di Pietro – affermando che non poteva non firmare la legge criminale sullo scudo fiscale, ha compiuto un atto di viltà ed abdicazione».
Il direttore di “Libero” è invece indagato per un articolo comparso sul suo quotidiano il 20 settembre del 2009: nel pezzo si faceva riferimento alla visita del capo dello Stato a Tokio. Il titolo era «La dignità dello Stato non vale un fusillotto». L’autore dell’articolo sosteneva che fu fatto ritardare il rimpatrio delle salme dei sei parà uccisi a Kabul il 17 settembre scorso, per consentire il prosieguo della visita di Napolitano in Giappone.
La procura ha valutato in particolare le frasi che facevano riferimento ad un pasto consumato da Napolitano «che invece di prendere l’aereo a tornare a Roma è andato ad un pranzo a consumare i fusillotti a lenta lavorazione all’Armani tower». La procura ha chiesto l’autorizzazione a procedere nell’indagine su Di Pietro e Belpietro al ministro della Giustizia Angelino Alfano il cui parere sarà vincolante.