Definire “neonazisti” i simpatizzanti di Forza Nuova non è reato ma semplice diritto di critica. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha respinto la querela di Roberto Fiore, segretario dell’organizzazione di estrema destra.
Fiore aveva denunciato un signore di Trieste che nel 2000 aveva definisto “nazifascisti” e “neonazisti” gli esponenti di Forza Nuova. Le sue lettere di protesta furono pubblicate dal quotidiano “Il Piccolo”, in seguito a una manifestazione dell’associazione che risale al 2000.
Secondo Fiore, infatti, le espressioni “neonazista” e “nazifascista”, “lungi dal costruire una qualifica ideologica” esprimevano in realtà una “squalifica morale e politica di coloro nei confronti dei quali erano state lanciate per l’evidente connessione tra il movimento nazista e la spietata politica di persecuzione razziale”.
Il segretario, invece, chiedeva che “fosse rispettata la verità storica secondo cui una cosa fu il fascismo altro il nazismo ed il nazifascismo era stato un’alleanza militare”. La Corte d’appello di Trieste aveva condannato il signore triestino per diffamazione, accogliendo in tal modo le richieste di Forza Nuova.