ROMA – “30mila euro per inviare email”: è il premio di rendimento per i dirigenti di prima fascia della Presidenza del Consiglio, scrive Federico Fubini su Repubblica. Un premio che, nel 2011, è spettato al 98% dei funzionari più alti di Palazzo Chigi, l’anno successivo al 99% dei dirigenti. Premi di rendimento che vanno dai 26.600 euro e i 31.600.
Le “retribuzioni di risultato, sottolinea Fubini, vanno ad aggiungersi a stipendi che, per i 104 dirigenti della Presidenza del Consiglio, si aggirano sui 188mila euro. A non percepire la “retribuzione di risultato” sono quasi solo manager spostati ad altre amministrazioni.
Palazzo Chigi ha fatto sapere di voler rivedere gli obiettivi in base ai quali i dirigenti vengono premiati. Quel che si sa al momento è che la pianificazione dei bonus sarà “collegata in maniera stringente al ciclo di bilancio”. Che poi vuol dire, come sottolinea Fubini, che fino ad ora non lo era.
Per il 2013, scrive Fubini,
“i parametri sono elencati in una “direttiva generale” di 102 pagine. Peccato però che alla lunghezza non corrisponda pari precisione. La direttiva elenca sì quattro “aree strategiche” per giudicare il lavoro dei grand commis del premier: «Impegno per il contenimento della spesa» (non compare la parola “riduzione”), «per la crescita della produttività», «per la buona amministrazione» e «per la qualificazione delle competenze ».
Ma in cento pagine non un solo obiettivo risulta misurabile. Passi per l’oscuro proposito di «riorganizzare e reingegnerizzare i processi di lavoro e creare interscambiabilità di talune attività di supporto» (punto 2.1). E passi anche il «miglioramento della qualità delle attività dell’Amministrazione nel contesto internazionale» (obiettivo 4.1). Ma che dire di certe strategie per la “produttività”? Il punto 2.3 per esempio prevede il «miglioramento dell’organizzazione del lavoro, riduzione dei tempi di lavorazione e diminuzione del flusso cartaceo». Forse si poteva scrivere lo stesso concetto anche più in fretta, ma il punto 2.4 chiarisce tutto: «Ampliamento dell’uso delle tecnologie della comunicazione». Due articoli, in verità rivolti a uffici diversi, che in sostanza dicono: bonus ai dirigenti se mandano meno lettere e più email.
(…) Sarebbe forse troppo legare i premi dei dirigenti alla liquidazione dei 90 miliardi di debiti arretrati dello Stato alle imprese o della cassa integrazione ai 350 mila a cui è stata assegnata, ma non pagata. Resta però un punto: questa sarà l’autoriforma di un’amministrazione che sceglie di farla. Ma Palazzo Chigi è solo la punta dell’iceberg di centinaia di burocrazie decentrate dove i premi ai dirigenti vengono concessi in base a “risultati” anche più vaghi e autoreferenziali. A giudicare dai bonus di rendimento, l’Italia ha l’amministrazione migliore d’Europa. Forse è tempo di chiederle di più.
I commenti sono chiusi.