ROMA – Non ammette la sconfitta, semmai si può parlare di “vittoria azzoppata”, non “farà scherzi ad Enrico Letta” ed esclude in maniera categorica una sua ricandidatura alla segreteria del Pd. Pier Luigi Bersani, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7 parla a chi lo tira per la giacca in tempi di divisioni. ”Il segretario Epifani ha detto che si farà entro l’anno e il congresso si farà entro l’anno”, assicura Bersani che si sfila dal gioco degli endorsement e a chi gli chiede di indicare un candidato preferisce non rispondere. ”Me ne van bene molti. Quattro o cinque”.
“Non sono un leader sconfitto”, reclama l’ex segretario del Pd che è ancora “il primo partito del paese” e che ha espresso un premier verso il quale conferma la sua più totale lealtà. Bersani blinda Enrico Letta e lo rassicura: nessuno (neppure D’Alema e Renzi uniti in un ipotetico asse) faranno scherzi: ”Tutti si assumeranno le proprie responsabilità” e l’esecutivo andrà avanti fino al varo delle riforme istituzionali ma anche oltre per superare questa fase che – ha sottolineato – ha portato a formazioni ”padronali” e ”populistiche”. Il riferimento al Movimento capeggiato da Beppe Grillo è evidente.
L’ex segretario del Pd riconosce l’insuccesso del suo progetto: quel governo del cambiamento incompreso da più parti. Ma rivendica il merito di aver ”contribuito” alla formazione dell’attuale ‘governo di servizio’ che dovrà prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno.
Intanto Bersani guarda al futuro del Pd, al progetto che gli sta a cuore di un partito che interpreti e rispecchi la democrazia del paese contro i populismi. Ora ci sarà il congresso – ha detto – basta carte da giocare, bisogna rimboccarsi le maniche.
Ma Bersani si mette anche l’elmetto in vista delle assise del Pd che – ha sottolineato – dovranno assicurare l’elezione del segretario (”perché il premier ce l’abbiamo già”) con delle primarie ”aperte” ma dove ”potranno votare quanti aderiscono al Pd”, ossia gli iscritti.
Lui di certo – fa sapere – non si ricandiderà. E il congresso ”si terrà entro l’anno”, ha garantito rispondendo agli scettici, come ad esempio Pippo Civati che proprio oggi aveva ironizzato: ”Il congresso? l’hanno spostato al 2020…”.
Niente nomi, anche se ce ne sono 3-4 che gli piacciono. Anche l’ex presidente della Camera Luciano Violante ha messo tra parentesi possibili candidati: ”Dobbiamo fare un congresso sulle linee politiche, le persone vengono dopo – ha rimarcato -, quando le persone vengono prima ci sono pasticci e imbrogli”.
Quanto a Renzi ”Non ho capito se è candidato o no, quando avrà deciso ne parleremo”, ha tagliato corto Violante. Chi invece continua a ribadire che di correre per la segreteria proprio non ci pensa è l’attuale segretario, Guglielmo Epifani che, nel corso di un tour nelle zone terremotate dell’Emilia scandisce: ”Io sono per le cose chiare, ho già detto quello che penso”.