ROMA – Pd e Movimento 5 Stelle devono trovare punti in comune per mettere insieme il “governo atipico”. In Senato la maggioranza non c’è. Però, ha detto Bersani, si possono cercare “punti in comune” su cui votare insieme di volta in volta. I punti in teoria ci sono: difesa delle piccole imprese, rilancio dell’industria, incremento della green economy. Qualcuno ha messo su Facebook 10 punti su cui l’intesa è possibile. Vediamo i programmi a confronto per vedere quali possono essere in realtà.
I 10 punti
Jacopo Fo e Fabio Roggiolani hanno aperto un gruppo Facebook per lanciare un appello a Pd e M5S. Su questi 10 punti, dicono, l’accordo si può trovare. Ecco i 10 punti:
Il dimezzamento dei parlamentari
Dimezzamento degli stipendi dei parlamentari
Tetto alle pensioni d’oro e anche d’argento
Reddito di cittadinanza
Sostegno all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili
Sviluppo della ricerca e delle opportunità per i giovani,
Diritti dei gay e unioni civili
Referendum consultivi alla svizzera
Contrasto alla corruzione
Contrasto ai conflitti di interesse
Programmi a confronto
Carmine Fotina sul Sole 24 Ore ha messo a confronto i programmi Pd e M5s su imprese, sostenibilità energetica, ecologia e industria.
Piccole e medie imprese. Entrambi gli schieramenti propongono di abbassare le tasse alle Pmi. Scrive Fotina: Pd-Sel pongono l’accento su una nuova formulazione di sconti fiscali sugli utili che le imprese decidono di reinvestire in azienda, M5S sembra puntare soprattutto a sconti contributivi robusti per gli imprenditori che abbiano meno di 35 anni.
Per trovare i soldi destinati alle imprese, sia Pd-Sel, sia M5s pensano di tagliare i costi della Pubblica Amministrazione.
Green economy. Scrive Fotina: Il centro-sinistra intenderebbe legare al concetto di sostenibilità un primo potenziale intervento sui consumi, mirato all’efficienza energetica nell’edilizia e quindi presumibilmente a una proroga e a un allargamento degli sgravi già esistenti.
Ha altre mire la filosofia verde di Grillo, che intende attivare una microeconomia favorita da un piano diffuso per l’energia che punti su co-generazione, fonti rinnovabili e metodo Esco (Energy service company).
Industria. Il centrosinistra punta tutto sull’innovazione tecnologica nei settori industriali strategici.
Grillo punta invece su una politica praticamente autarchica: difesa del made in Italy, delle produzioni locali e delle compravendite interne.
proteggere le produzioni locali, orientato a privilegiare il mercato interno e ad attribuire il marchio “made in Italy” solo alle aziende che producono in Italia.
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