ROMA – La maggioranza tenta di ”forzare la mano” al governo sugli investimenti per favorire la crescita, nonostante il nuovo richiamo del premier Monti alle ragioni del rigore. Mercoledì, infatti Pdl, Pd e Terzo Polo presenteranno all’esecutivo una bozza di risoluzione con cui approvare il Def alla Camera e al Senato, in cui si chiedera’ di allentare i cordoni della borsa di 8-9 miliardi.
La bozza di documento a cui stanno lavorando i relatori al Def di Camera e Senato, Amedeo Ciccanti (Udc) e Antonio Azzollini (Pdl), è il il frutto del dibattito avvenuto in commissione Bilancio e poi nei partiti: Renato Brunetta, Luigi Casero e Guido Crosetto per il Pdl; Gianluca Galletti e Ciccanti per l’Udc e per il Pd i deputati in stretto contatto con lo stesso Pier Luigi Bersani.
Non ha infatti lasciato indifferenti il monito lanciato alle commissioni Bilancio dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, il quale lunedì ha sottolineato il rischio di un ”cortocircuito rigore/recessione”. Addirittura quest’ultima si mangerebbe meta’ dei 75 miliardi di correzione dei conti sul 2013. Il documento che verra’ discusso con il governo domani mattina alle 10 in una riunione alla Camera, è di ampio respiro e parte dalla cornice Europea. Il governo verrebbe impegnato a promuovere una iniziativa in sede Ue per ”rivedere il ruolo delle istituzioni europee in senso piu’ federalista”, in modo da accelerare il percorso verso gli Eurobond e con la Bce che assumerebbe il ruolo di ”prestatore di ultima istanza”. Un passo ”verso gli Stati uniti d’Europa”.
Per quanto riguarda le riforme strutturali, esse dovranno ”rafforzare il livello di competitivita”’ del sistema Paese. Percio’ avanti con ulteriori liberalizzazioni e semplificazioni. E qui si inserisce il discorso delle risorse aggiuntive.
I conti pubblici dovrebbero chiudersi nel 2013 ‘close to balance’, con un lieve indebitamento netto fissato dal Def allo 0,5%. Pero’ le regole Ue distinguono questo indebitamento da quello strutturale, che e’ calcolato al netto del ciclo congiunturale. E quindi si arriverebbe ad un avanzo dello 0,6%. La risoluzione Pdl-Pd-Terzo Polo inviterebbe allora il governo di chiudere il 2013 senza questo avanzo, destinando le risorse (8-9 miliardi) alla crescita.
La risoluzione invita poi il governo a mettere mano a un ”piano di dismissioni del patrimonio pubblico” per abbattere lo stock di debito, coinvolgendo la Cassa Depositi e Prestiti per dar vita a un Fondo immobiliare, che rilevi il patrimonio pubblico e lo collochi. Insomma niente cartolarizzazioni”.
C’e’ anche un capitolo dedicato alla ”Spendig review”, con l’invito ad essere piu’ incisivi sulla spesa corrente in modo da dirottare risorse in quella in conto capitale, cioe’ per investimenti. Tra le ipotesi, ancora da scrivere nel documento, la destinazione di risorse ai crediti della P.A. verso le imprese, e l’allentamento del Patto di stabilita’ interno per gli Enti Locali virtuosi, in un ottica di piccole opere rapidamente cantierabili.
Resta da vedere cosa dira’ il governo, dopo che il premier Mario Monti proprio oggi ha richiamato alla necessita’ di tener ferma la barra sul rigore. Dal Pdl si annuncia battaglia con Renato Brunetta che all’ultima riunione della maggioranza ha proposto che se il governo dovesse chiedere di ”annacquare” la risoluzione, sarebbe meglio un documento secco che afferma ”visto il Def, lo si approva”.