Alla fine i rottamatori si sono rottamati da soli. I due giovani volti del Partito democratico, il fiorentino Matteo Renzi e il bresciano Giuseppe Civati, secondo quanto scrive La Stampa si sarebbero “sfasciati”.
La prova della spaccatura tra i due promotori della rottamazione dei vertici meno giovani del Pd è nell’assenza di Matteo Renzi alla Direzione parallela del Pd che si riunirà oggi, 12 gennaio, al Caffè Letterario di Roma.
Renzi ha fatto sapere che non ci sarà perché, scrive La Stampa, gli sembra che il suo sodale Pippo Civati si sia “impegnato” in un’iniziativa da “corrente”, mentre lui assicura di volersi occupare “di Firenze al centouno per cento”.
Tra i due giovani politici i rapporti, scrive sempre il quotidiano torinese, si erano guastati già da qualche settimana. L’inizio della presa di distanza tra i due risalirebbe ai primi di dicembre, all’indomani della visita segreta di Renzi a Silvio Berlusconi ad Arcore. Di quell’incontro segreto renzi non aveva informato neppure il suo sodale Civati, che fece subito sapere: “Avrei preferito una sede istituzionale e un momento diverso. Anche se le motivazioni sono serie il fatto può essere strumentalizzato”.
Uniti sul bisogno di un ricambio generazionale, i due giovani del Pd, sottolinea La Stampa, sulle grandi questioni hanno mostrato di avere idee diversissime.
Su Mirafiori Renzi ha preso le parti di Marchionne, Civati no. Renzi, cresciuto nella Margherita, è sempre stato un outsider, un anticonformista a suo modo. Civati, ex Ds, resta fedele al partito. Lo dimostrerà anche nella “direzione parallela” del 12 gennaio, quando proietterà due dichiarazioni del passato molto favorevoli di Bersani e D’Alema.
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