Il Piemonte “licenzia” Equitalia

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TORINO, 30 APR – La Regione Piemonte “licenzia” Equitalia: la riscossione dei crediti tributari se la farà da sé, con un’agenzia ad hoc e un approccio più amichevole al “cittadino debitore”. Dal 2013 quindi l’accertamento e la riscossione dei tributi locali saranno compiti in capo alla Regione. Tutto parte da un emendamento alla finanziaria regionale, presentato da Pdl e Udc, che è stato approvato dal consiglio regionale. Il Piemonte così diventa la prima regione italiana a staccarsi da Equitalia. Il governatore Roberto Cota (Lega Nord) esulta e promette ”un’accelerazione concreta nella direzione del federalismo fiscale, e quindi verso una maggiore equità, autonomia e trasparenza”.

L’emendamento fa seguito e da attuazione all’ordine del giorno presentato il 19 dicembre 2011 dal consigliere regionale Alberto Goffi (Udc), che impegnava il presidente Cota e la Giunta a costituire un ente di riscossione o un’agenzia regionale per dare un adeguato servizio ai Comuni in risposta alle modifiche introdotte nel primo decreto Monti, secondo cui dal 31 dicembre 2012 verrà esclusa Equitalia dall’attività di accertamento, liquidazione e riscossione dei tributi dei Comuni e delle loro società partecipate.

Il nuovo ente piemontese, la cui forma dovrà essere definita entro il prossimo 30 giugno, stabilisce criteri per la riscossione più a favore dei contribuenti con maggiore tutela dei loro diritti: primo fra tutti la riduzione dell’aggio al 4% (invece del 9% applicato da Equitalia se non si paga la cartella entro 60 giorni). Sarà altresì realizzata una rete capillare di “sportelli del contribuente” che, sulla base del modello austriaco, permetteranno di non far cadere sulle spalle dei cittadini, spesso impreparati, il peso degli errori della pubblica amministrazione, invertendo l’onere della prova. Il nuovo ente consentirà alla Regione e ai Comuni che aderiranno di beneficiare, in maniera equa e compartecipata, dei profitti della riscossione, ovvero i compensi, gli aggi, le sanzioni e gli interessi, cioè tutto ciò che Equitalia recupera oltre agli importi originari dovuti, che verrebbero pertanto investiti sul territorio e non confluirebbero più al Ministero dell’Economia.

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